RINVIATO IL FUTURO, MA PRIMA O POI I CONTI DEVONO TORNARE
Ottima notizia, anzi notizie: il taglio dei fitofarmaci e l’eliminazione della plastica dagli imballaggi (che avrebbe fatto scomparire molti dei prodotti ortofrutticoli dai supermercati) non sono passati. E fin qui, la cronaca. Tra l’altro noi, per primi, avevamo espresso tante di quelle perplessità per questo atteggiamento schizofrenico dei legislatori che stavano agendo con poca lucidità e troppo di pancia su temi nevralgici per il futuro dell’economia europea. Ma si sa, io devo sempre guardare il pelo nell’uovo e quindi aggiungo: beh, e ora che si fa? Però resta il fatto che il tema va comunque affrontato e non si può fare come sta facendo il governo italiano che rimanda la sugar tax di anno in anno. La sostenibilità non è un tema, è il tema dei temi. E’ la priorità. E qui voglio anticipare alcune questioni. La prima: ormai è il mercato che chiede la sostenibilità. Riporto stime del Sole 24 Ore: “il Sustainable Market Share Index™ ha osservato come i prodotti sostenibili siano cresciuti circa 2 volte più velocemente rispetto ai prodotti convenzionali e hanno raggiunto un tasso annuale di crescita di quasi il 10% rispetto ad un 5% dei prodotti convenzionali. Secondo Fortune il 90% dei consumatori della Gen X è disposto a spendere il 10% in più per prodotti sostenibili, mentre il Corporate Knights ha evidenziato come l’80% degli investitori under 40 vuole che le società di investimento in cui allocano i propri fondi, influenzino positivamente le politiche ESG delle aziende”.
Quindi la domanda per gli imprenditori è: come posso creare valore dalla sostenibilità? E’ QUESTO un aspetto da attenzionare quando parliamo di Sostenibilità che va collegato alla quantificazione del valore economico e all’impatto generato sui trend di sviluppo. Facile a dirsi, difficile a capirsi. Anche perché la sostenibilità va integrata su due assi: l’integrazione dell’offerta dei propri prodotti e l’integrazione nella propria organizzazione.
Già da ieri (non da domani) siamo chiamati a comprendere come possiamo rivoluzionare non solo la produzione ed il packaging, ma come (ri)pensare la nostra impresa: i principi attivi dei fitofarmaci andranno sempre più concentrandosi; dal riciclo dovremo (prima o poi) affacciarci sul versante del riuso e dal risparmio di beni naturali dovremo iniziare a creare plus-valore nella produzione di risorse naturali dalla nostra attività. Qualcuno conosce un nuovo Copernico nel nostro settore? Perché la prospettiva si sta invertendo ed il rischio di avere vertigini è altissimo.