All’Emilia Romagna servono aiuti immediati e a fondo perduto

Approfondiamo con gli operatori cosa sta succedendo in Emilia Romagna dopo gli eventi catastrofici che l’hanno colpita.

Danilo Tamisari. Ci parli innanzitutto di lei per conoscerla meglio

Sono un agricoltore, più che altro un frutticultore, titolare, insieme a mio fratello, di una azienda agricola a Gaibana, in provincia di Ferrara: 44 ettari fra frutteto e seminativi. Produciamo per lo più pere, ma anche mele e prugne.

Non molto tempo fa abbiamo pubblicato un post di sostegno post alluvione indirizzato agli agricoltori che, come lei, si sono trovati in questa situazione. Il post riportava questa frase: “Siamo i custodi della biodiversità, tramandiamo un sapere antico, coltiviamo tipicità che ci rendono famosi nel mondo. Siamo i primi a subire le conseguenze negative di calamità naturali, siccità, batteriosi, ma restiamo gli ultimi a mollare. Tieni botta, Romagna NOSTRA!”.

A mente fredda quali sono i danni per la filiera cerasicola, in particolare e per tutte le altre filiere da frutto?

Sono motti, parole bellissime, ma a noi adesso serve sostegno economico. Per la filiera cerasicola il danno è quasi totale. Si salverà qualche varietà un po’ tardiva, ma c’è un danno davvero elevato: ci avviciniamo all’80%.

Per quanto riguarda tutte le altre frutticole in Emilia Romagna siamo vicini, parlo ad esempio per le pere, al 90%. Noi non abbiamo più frutta, l’unica rimasta è qualche varietà di mele.

Parlando di ripartenza: come pensate di ripartire?

Potremmo ripartire solo con contributi a fondo perduto. Trattandosi di una calamità adesso è previsto il ricorso all’AgriCat, che è un fondo mutualistico nazionale cofinanziato dall’Europa, però non basta. A noi occorrono provvedimenti immediati e snelli ad hoc che ristorino sia la produzione, sia i danni strutturali nelle zone alluvionate. Auspichiamo che si possano utilizzare anche i fondi del PNRR.

Dal punto di vista agronomico, invece, come state gestendo la situazione?

Le piogge alluvionali, complici anche le gelate primaverili, hanno causato nei frutteti tanti problemi alla vegetazione. Probabilmente saranno da espiantare completamente. Mi riferisco non a tutte, ma a gran parte delle varietà: dopo che la pianta ha subito una gelata in vegetazione ed anche una asfissia radicale dovuta alle continue piogge è probabile che si arrivi ad un espianto. È proprio per questi espianti massicci e per ripiantare che occorre l’aiuto economico tempestivo del Governo.

In proiezione su cosa si dovrà investire per recuperare il gap accumulato in un mercato globale che va ad una iper velocità?

La terra italiana, quella emiliana è madre di una delle produzioni migliori al mondo per quanto riguarda le pere. È un prodotto che si differenzia, così come le nettarine, le pesche della Romagna. Si tratta di un prodotto di qualità eccellente rispetto ad altre che provengono da altri paesi. Non abbiamo, pertanto, da migliorarci in materia di qualità. Il problema è proprio produrre.

Nell’ottica della mutualità, cosa possono fare gli operatori delle altre regioni per fare sistema con gli imprenditori danneggiati dalle alluvioni?

Come ho già accennato esiste un fondo, il fondo nazionale AgriCat a cui è possibile attingere per la copertura dei danni catastrofali alle colture ed alla produzione: gelo, siccità o alluvione. Questo è un esempio di mutualità tra le regioni.

Articolo a cura della Redazione

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