Ministro lavorare in agricoltura non è penalizzante? Ne siamo sicuri?

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Ministro Lollobrigida leggiamo esterrefatti le sue dichiarazioni, e precisamente
“Lavorare in agricoltura non è penalizzante. Lo dimostrano i redditi elevati e le ottime percentuali di occupabilità dei giovani che frequentano i nostri istituti agrari”.
Tali dichiarazioni ci lasciano alquanto perplessi e ci fanno capire, senza paura di essere smentiti, che lei, egregio ministro, di certo non parla ed interloquisce con i veri agricoltori, quelli che tra tante difficoltà (oramai non più sostenibili) cercano di mantenere a galla le loro piccole e medie aziende che hanno sempre prodotto, e vorrebbero continuare a farlo, le vere e “nazionali” eccellenze, le quali hanno fatto grande l’Italia nel mondo.
Evidentemente la narrazione che ai vari tavoli ministeriali si fa da parte di chi da sempre (troppo tempo) vi siede, e ci riferiamo anche alle associazioni maggiormente rappresentative e ai grossi gruppi del settore, non corrisponde alla verità degli agricoltori “veri” ( quelli che si spaccano la schiena , per intenderci)!
Per essere più precisi , ministro Lollobrigida, la sensazione che abbiamo (la certezza …anzi ) è che nella narrazione che viene fatta si salta proprio l’anello fondamentale della vera agricoltura: il piccolo e medio imprenditore agricolo.
Si salta proprio il primo e fondamentale anello della filiera cioè chi produce “sovranità alimentare” e quindi
viene narrato il resto del percorso delle varie filiere in agricoltura, percorso che molte volte si trasforma in amare e gravi speculazioni economiche che costano lacrime e sangue a chi ha investito i propri danari e la propria esistenza per produrre quelle eccellenze che lei tanto proclama.
Quasi sempre, egregio ministro, vengono nelle nostre aziende, nelle nostre vite, e vengono a pagarci il nostro prodotto, frutto del nostro sudore e oramai delle nostre angosce per l’elevato costo di produzione (aumento delle materie prime, del gasolio, eventi meteorologici disastrosi, nuove e sconosciute fitopatologie) una sciocchezza… ci fanno l’elemosina per intenderci!
E noi dobbiamo subire, soprattutto se ciò che produciamo è prodotto facilmente deperibile, e non siamo ASSOLUTAMENTE TUTELATI DA NESSUNO!!!
Lo Stato non ci tutela perché qualora ci tutelasse il “costo di produzione” sarebbe già tutelato da una legge dello Stato come stiamo chiedendo dal 2019.
Non siamo tutelati dal nostro Stato nemmeno quando lo chiede l’Europa con delle direttive come la 633/2019 che tutela il costo di produzione perché in Italia le leggi che tutelano chi lavora si “innacquano” introducendo delle deroghe a chi nella filiera ha più potere anche con discutibile procedimento, così come è stato quando si è recepita la direttiva sopra citata.
Noi siamo tutelati nemmeno in questo triste momento in cui le variazioni climatiche estreme stanno mettendo in ginocchio varie aree del nostro Paese azzerando la nostra capacità di produrre reddito.
Attualmente ci risulta che il Ministero non ha emanato nessuno provvedimento che contenga strumenti per mitigare l’impatto di tali eventi e tantomeno ristori adeguati.
Anche su questo, ministro, dovrebbe ascoltarci.
Lei signor ministro sta incontrando tante realtà, tante persone, tanti personaggi del mondo dell’agricoltura (vediamo questo incontri in televisione e sui social) ma NON DA RISCONTRO alla nostra legittima richiesta di appuntamento, inoltrata da mesi e sollecitata più volte.
Noi, che siamo la prima e importante (fino a prova contraria) pietra miliare dell’agricoltura non veniamo riconosciuti , non veniamo ricevuti e quindi non veniamo ascoltati.
Probabilmente ci volete rendere invisibili, perché attualmente quando si parla di agricoltura, e quando il governo si riferisce all’agricoltura, con certezza possiamo dire che salta il primo anello, noi agricoltori, e ci si rivolge a tutto un mondo che sul lavoro, sul sudore e sulle difficoltà degli agricoltori, che dedicano la loro vita a produrre cibo si sta indebitamente arricchendo!!!
NOI ESISTIAMO, ministro, e oggi siamo in serie difficoltà ma non perché non sappiamo fare il nostro lavoro e non sappiamo fare imprenditoria agricola (perché noi siamo agricoltori nel sangue) ma perché le SPECULAZIONI che dobbiamo sopportare sono tante e hanno messo a repentaglio le nostre aziende, che sono la nostra vita e quella delle nostre famiglie.
Unaper tutta,la speculazione che dobbiamo sopportare perché lo Stato non garantisce a noi produttori agricoli il costo di produzione ma i nostri prodotti, nelle più svariate forme di compravendita, ci vengono pagati SOTTOCOSTO.
Ministro Lollobrigida CI RICEVA e noi le faremo la giusta narrazione dell’agricoltura italiana, e della filiera dell’ortofrutta in particolare, che di certo non rispecchia quello che lei giorni fa ha scritto e sostenuto.
Ministro Lollobrigida apra il suo ministero agli agricoltori se vuole sapere le vere condizioni dell’agricoltura.
Restiamo ancora in attesa di suo positivo riscontro alla nostra richiesta fatta oramai da mesi.
Noi non siamo invisibili, NOI ESISTIAMO e stiamo combattendo con tutte le nostre forze per la nostra sopravvivenza e per la sopravvivenza delle nostre aziende e delle nostre famiglie.
Nessuno e niente farà di noi degli invisibili.
MINISTRO RISPONDA ALLA NOSTRA RICHIESTA DI APPUNTAMENTO E CI RICEVA.

– Marco Dallera Presidente Copoi
-Avv. Rosa Silvana Abate vicepresidente COPOI e referente regionale Calabria
-Willer Malavasi referente regionale COPOI Emilia-Romagna
-Paolo Stevanin referente regionale COPOI Emilia Romagna
-Lorenzo Cistulli referente regionale COPOI Puglia e segretario del
MOVIMENTO NAZIONALE PER L’AGRICOLTURA
-Vincenzo Commaudo referente regionale COPOI Sicilia e presidente del
MOVIMENTO DIFESA PRODUTTORI AGRICOLI SICILIA.

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