Xylella fastidiosa subspecie fastidiosa a Triggiano: Impatti e Strategie . L’Intervista al Prof. Donato Boscia del CNR

La recente scoperta della Xylella fastidiosa sottospecie fastidiosa nei mandorli di Triggiano ha sollevato preoccupazioni nella comunità agricola. In un’intervista esclusiva il Prof. Donato Boscia dell’istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante del Consiglio Nazionale delle Ricerche (IPSP-CNR) fornisce analisi e prospettive sui potenziali impatti sulla produzione di ciliegie e uva da tavola, nonché sulle strategie da adottare.

Professore, considerando la recente individuazione della xylella fastidiosa sottospecie fastidiosa nei mandorli a Triggiano, quali impatti specifici si prevedono per la produzione di ciliegie e uva da tavola e quali passi la comunità scientifica deve compiere nella ricerca nel prossimo futuro?

Per quanto riguarda l’impatto sulla produzione, al momento non ne sappiamo praticamente nulla, tranne che è stata intercettata in un periodo in cui le piante che sono risultate positive, i mandorli, erano ancora in fase di dormienza, quindi al momento non è possibile sapere se queste manifestano  o meno dei sintomi; ciò premesso, basandoci sulla letteratura disponibile per le aree in cui questa sottospecie è presente, per quanto riguarda i ciliegi mi sentirei relativamente tranquillo visto che non ci risultano segnalazioni di gravi danni causati da Xylella su questa coltura. Ho cercato anche di rintracciare qualche fotografia che documenti nella letteratura sintomi su ciliegi infetti da fastidiosa fastidiosa e non ne ho trovate, probabilmente perché non sono frequenti; pertanto non sarei particolarmente preoccupato dell’impatto, almeno dal punto di vista tecnico-scientifico. Voglio precisare, però, che l’aspetto normativo e quello tecnico-scientifico sono distinti. Per ciò che concerne l’aspetto normativo il discorso è di esclusiva competenza del servizio fitosanitario, che deve far applicare il regolamento comunitario 1201 del 2020 in vigore e al quale, al pari di tutti gli Stati Membri dell’Unione Europea, deve attenersi. In quel regolamento le piante del genere Prunus (e quindi anche i ciliegi) sono indicate come piante “specificate” per la sottospecie fastidiosa e quindi anch’esse sono soggette alle prescrizioni del Regolamento. Per la vite, se guardiamo l’evoluzione della malattia di Pierce in America, la situazione è potenzialmente più a rischio, anche se i vettori particolarmente efficienti e che diffondono la malattia nei vigneti americani, fortunatamente non sono presenti in Europa. E’ probabilmente per questo motivo che in altre aree del bacino mediterraneo dove è già nota la presenza nella vite della stessa sottospecie, come l’isola di Maiorca e Israele, al momento non ci risultano gravi manifestazioni della malattia di Pierce. Questo ci fa sperare che potremmo non aspettarci gravi problemi. Quindi, seppur con tutte le cautele del caso e in attesa dei doverosi approfondimenti, io mi sentirei moderatamente ottimista, anche perché la gestione agronomica e fitosanitaria praticata nei tendoni di uva da tavola del comprensorio sono sicuramente ostili agli insetti vettori. 

In questo quadro tra le risposte più immediate che la comunità scientifica è chiamata a dare io vedrei: l’individuazione dei confini del focolaio, probabilmente più esteso dei 6 mandorli già identificati;  la datazione dell’introduzione; la caratterizzare del quadro epidemiologico per la necessità di conoscere al più presto le eventuali altre specie di vettori oltre la sputacchina e in che misura sono presenti, soprattutto, quanto sono efficienti nel trasmettere alla vite questa sottospecie, ciò al fine di consentire la messa a punto di una adeguata strategia di controllo.

C’è già un piano di azione della Regione Puglia per eradicare la xylella fastidiosa sottospecie  fastidiosa e, se si, in cosa differisce dalle strategie adottate in passato?

In questi giorni, che io sappia, è in corso un’attività frenetica negli uffici dell’osservatorio per mettere a punto un piano. Io mi aspetto che le strategie non dovrebbero essere molto diverse da quelle applicate per l’olivo, considerando che le indicazioni di base sono già presenti nel regolamento comunitario 1201 in vigore, in ogni caso   attendiamo ulteriori dettagli e nei prossimi giorni ne sapremo sicuramente di più.

Sarà necessario rafforzare i controlli sugli insetti vettori e prevenire ulteriore diffusione? Come? Ci sono prescrizioni per gli agricoltori al momento?

Immagino che le misure di controllo della popolazione di vettori, già obbligatorie nelle zone “cuscinetto” e “contenimento” del territorio demarcato per la sottospecie “pauca”, probabilmente saranno estese anche all’area interessata da questo ritrovamento. Oltretutto lo scorso anno era già stata emanata una circolare del servizio fitosanitario che prevedeva l’applicazione di misure obbligatorie di controllo dei vettori anche nell’agro di Triggiano, conseguente ad una prima intercettazione di sputacchine infette.

Considerando la posizione di Coldiretti che ritiene la politica europea permissiva, come ritiene che l’Unione Europea dovrebbe migliorare i controlli alle frontiere per prevenire l’ingresso di patogeni dannosi come la xylella fastidiosa subspecie fastidiosa?

Qui il campo di pertinenza esula un po’ da quello del ricercatore. Sappiamo che, per scelta, l’unione Europea opera in un regime di mercato aperto, dove per le importazioni tutto è autorizzato tranne ciò che è proibito, a differenza di alcuni paesi terzi che operano in regimi di mercato chiuso, ossia dove tutto è vietato tranne ciò che è autorizzato. Ovviamente ognuna di queste due opzioni ha dei pro e dei contro e non credo sia così semplice esprimere un giudizio in merito. Quello che però si può certamente dire è che, in ogni caso, c’è necessità di potenziare le infrastrutture per controllare l’introduzione da paesi terzi di materiali biologici a rischio. Per esempio non disponiamo di vere stazioni di quarantena, e forse è arrivato il momento di colmare questa lacuna.

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