Parole al futuro: gli scenari post-coronavirus. SGmarketing Traccia le linee guida

Parole al futuro: gli scenari post-coronavirus. SGmarketing Traccia le linee guida

Una riflessione sull’oggi per immaginare il prossimo domani del comparto agroalimentare.

Quale sarà l’impatto del coronavirus sui comportamenti di acquisto futuri del consumatore? E quali le strade da seguire da parte delle aziende per acquistare valore e sopravvivere alla crisi? Pur con la consapevolezza che le generalizzazioni sono fuorvianti, proviamo a rispondere insieme a queste tematiche analizzando i comportamenti che i consumatori hanno avuto durante questo eccezionale periodo di lockdown.

Innanzitutto, nelle 4 settimane successive al 21 febbraio, si è assistito ad un rilevante incremento degli acquisti presso i differenti formati della distribuzione moderna che ha visto aumentare, in media, la richiesta dei consumatori di oltre il 17% (dati IRI). Una forte pressione della domanda che ha visto privilegiare le categorie di prodotti maggiormente stoccabili e che ha, di fatto, favorito le categorie più “mature” e più gestibili a casa con conseguente sofferenza per tutti i prodotti ad acquisto d’impulso quali piccoli frutti e esotico, e, tra i freschi, l’ittico.

Sul fronte distributivo, si è assistito nelle ultime settimane ad una ripresa dei negozi di prossimità, capitani di categoria per quanto attiene il presidio territoriale e l’assortimento disponibile, con un +41,6% (dati Nielsen). Straordinaria l’esplosione dell’eCommerce: nella prima settimana di aprile si registrata un +158% (dati Nielsen) per gli acquisti online di prodotti di largo consumo incluso il fresco (tradizionalmente non rilevante). Debacle, dettata dal momento, invece per drugstores e cash&carry.

Sul fronte assortimentale, la pandemia ha sicuramente contribuito a re-impostare lo scaffale privilegiando soluzioni volte a ridurre i tempi di permanenza a punto vendita ottimizzando la fase di logistica e di riassortimento in store. I Prodotti a Marchio del Distributore, protagonisti in vendita, hanno, secondo IRI, segnato una crescita di 1 punto e mezzo percentuale rispetto lo scorso anno pari periodo beneficiando di una disponibilità garantita e di un posizionamento di prezzo più accessibile. In ortofrutta, in particolare l’ottimizzazione dei tempi e la ricerca di sicurezza ha di fatto favorito i prodotti confezionati a scapito dello sfuso. 

Dato il contesto, il compito per chi come noi continua a supportare le aziende della produzione e della distribuzione nel percorso che conduce al consumatore finale, è quello di guardare prospetticamente al post-CODIV, individuando i driver, meglio, le #parolealfuturo alle quali affidarsi per interpretare fruttuosamente le sfide che ci attendono:

1. #CONVENIENZA. La crisi economica porterà i consumatori ad una riduzione del potere di acquisto reale; come intercettare tale tendenza in maniera concreta? Quale il ruolo per i brand e quale lo spazio per la private label? Traghettare il consumatore in questa fase interlocutoria obbligherà le aziende del comparto a ripensare formati di vendita e packaging idonei ad intercettare la necessità di ridurre la battuta di cassa senza rinunciare alla qualità.
2. #RASSICURAZIONE. Il consumatore ha bisogno più che mai di ottenere garanzie circa la #SICUREZZA alimentare: l’origine, la tracciabilità e le certificazioni saranno pertanto elementi da evidenziare sempre più nella comunicazione. In questo contesto l’#ITALIANITA’ ed il #LOCALISMO giocheranno un ruolo centrale. 
3. #SALUTISMO. Si consoliderà sempre più la tendenza a privilegiare alimenti votati al ben-essere, naturalmente ricchi in vitamine a beneficio del comparto ortofrutta, a partire dal Biologico che ha registrato un vero e proprio boom nel periodo di crisi Covid.
4. #HUMAN TO HUMAN. La comunicazione proposta dai brand dovrà “avvicinare” il consumatore finale proponendogli di aderire a comunità fondate su valori condivisi.
5. #DIGITALE. Smartworking, didattica a distanza, home delivery, click and collect… il digitale è entrato a far parte prepotentemente della vita delle persone. La rivoluzione digitale, già in atto, ha subito un’ulteriore accelerazione trovando in alcuni casi le aziende impreparate. E’ auspicabile dunque attivarsi per riorganizzare la supply chain ponendola al servizio della fase di vendita e trasformandola in un’opportunità addizionale per raggiungere i consumatori comunicando in maniera più efficiente.

Nelle prossime settimane insieme agli operatori del settore proveremo a riflettere per dare forma e sostanza a ciascuna di queste parole; siamo consapevoli, infatti, che dietro ogni crisi (dal greco “krino = separare, cernere, valutare”) si cela l’opportunità del più autentico rinnovamento.

 

Fonte: SGMARKETING

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