CAI presenta i risultati di un anno di sperimentazione in cinquanta campi varietali in tutta Italia
Ricerca e tecnologie sono il miglior alleato dell’agricoltura nella lotta al cambiamento climatico, possono dimezzare i costi delle imprese e portare contemporaneamente ad un aumento delle rese di grano italiano (fino al 10%) e alla riduzione di prodotti chimici necessari per difesa e nutrizione (fino al -40%).
È quanto emerge dalla tappa principale de “Le Giornate in Campo 2023” a Poggio Renatico (Ferrara), durante la quale Coldiretti, Consorzi Agrari d’Italia, Sis-Società Italiana Sementi e Agronica/Ibf Servizi hanno proposto ad oltre 1000 aziende i risultati degli oltre 50 campi sperimentali gestiti dal gruppo di ricerca in giro per l’Italia.
Nel settore della difesa, l’attività principale si concentra nella verifica di nuove soluzioni per combattere le principali malattie quali septoria e fusariosi della spiga che, se non ben controllate, portano ad un notevole decremento quali-quantitativo delle produzioni.
Nel fare questo vengono anche messe a confronto le applicazioni di innovativi prodotti applicando il modello previsionale (DSS) che si basa sulle reali condizioni agro-metereologiche che possono scatenare le malattie stesse, rispetto al timing convenzionale di intervento.
Al fine di ottimizzare la somministrazione dell’azoto sono state studiate diverse formulazioni di batteri azotofissatori che hanno l’obiettivo di fornire azoto atmosferico al frumento e quindi risparmiare fertilizzante chimico, rendendo maggiormente ecosostenibile la coltivazione.
Questa pratica può ridurre l’applicazione al terreno del fertilizzante chimico in media dal 30 al 40% con notevole risparmio anche da parte dell’agricoltore anche fino al 50% rispetto ai costi dell’agricoltura convenzionale.
Nei piani di concimazione deve essere prestata elevata attenzione al contenuto di sostanza organica nei suoli che favorisce la fertilità del terreno migliorandone la struttura e di conseguenza la ritenzione idrica.
Le sole tecnologie invece, senza l’ausilio di batteri azoto fissatori, secondo i dati raccolti da Agronica/Ibf Servizi in un biennio di prove parcellari nei siti rappresentativi della coltivazione del frumento duro in Italia, hanno dimostrato una riduzione fino al 21% sull’utilizzo di fertilizzanti tradizionali.
Altro importante tema è la razionalizzazione della risorsa idrica.
A questo proposito, il miglioramento genetico dei cereali ha gettato le basi per la selezione di varietà di frumento duro in grado efficientare l’utilizzo della risorsa idrica.
Spostando il focus su colture a ciclo primaverile-estivo, e tipicamente irrigue, prove di pieno campo dimostrano che l’adozione di principi e strategie di agricoltura di precisione per il piano d’irrigazione del mais comportano un risparmio di acqua fino al 12%.