Alberto Ancora (Dg Sumitomo Chemical Agro Europe ): l’uso integrato di soluzioni biorazionali e chimica “convenzionale” la soluzione ideale per agricoltori e filiera

Foglie ha intervistato, in esclusiva, Alberto ANCORA Direttore Generale di Sumitomo Chemical Agro Europe.

Direttore, lei vanta una lunga carriera che l’ha vista nelle posizioni apicali di importanti multinazionali top brand del comparto. Con quali aspettative ha assunto l’incarico in Sumitomo Chemical Agro Europe e quali sono gli asset strategici della sua direzione manageriale?

Ritengo un privilegio entrare a far parte di un’azienda come Sumitomo Chemical, dove la reputazione del brand è certamente uno dei suoi punti di forza. Le motivazioni che mi hanno spinto ad accettare questo prestigioso incarico sono legate alla piena identità di valori, alla sintonia di vedute strategiche e al potenziale di crescita inesplorato in EMEA. Soprattutto in quest’ultimo ripongo molte aspettative: da una parte abbiamo un portafoglio chimico cosiddetto “convenzionale” che presto si arricchirà di importanti innovazioni, dall’altra una continua costante crescita del portafoglio per l’agricoltura biorazionale. Quest’ampia e attrattiva gamma, ci consentirà di rafforzare la presenza in un mercato dove siamo già attivi e di esplorarne di nuovi.

Sumitomo ha saputo innovare il settore e lo ha fatto con una propria visione cui ha legato l’identità del brand. Come da lei accennato, oltre che per i prodotti chimici tradizionali per la difesa, l’azienda è conosciuta soprattutto per l’agricoltura biorazionale. Come proseguirà il percorso di questo ramo d’azienda nato ormai 30 anni fa con l’acquisizione di Valent BioSciences?

Come ha giustamente evidenziato, Sumitomo è stata un’azienda precorritrice nel settore bio, avendo effettuato investimenti importanti in questo ambito già molti anni fa e anticipando le attuali evoluzioni green europee. Oltre a ciò, i risultati di quell’acquisizione hanno dato ottimi frutti e incoraggiato altri investimenti in agricoltura biorazionale, e crediamo che in Europa ci sia ancora un alto potenziale inesplorato. Tutto ciò rafforza il nostro focus strategico sul biorazionale, con la consapevolezza che la chimica tradizionale resterà ancora un importantissimo strumento nelle mani dell’agricoltore, e sarà l’uso integrato delle due tecnologie a rappresentare la soluzione ideale per agricoltori e filiera. 

Lei guida la filiale EMEA del ramo agrochimico di un’azienda nata 350 anni fa e caratterizzata da una filosofia aziendale che, per molti aspetti, ha anticipato molti temi della transizione ecologica. Lei ritiene che ci sia chiarezza nell’agire dei policy maker europei e nella governance di questa delicata fase di transizione? 

La storia di Sumitomo in agricoltura è affascinante: nasce come azienda in grado di convertire gas nocivi emessi dall’estrazione del rame in fertilizzanti utili per gli agricoltori. Crea quindi un business, risolvendo un problema ambientale e fornendo una soluzione agli agricoltori. Un esempio molto lungimirante e concreto di sostenibilità. Oggi la transizione ecologica Europea, di cui ne condividiamo la visione generale, ha forse sottovalutato i tempi necessari per ottenerla, indicando degli obiettivi troppo ambiziosi, senza disporre di pronte tecnologie alternative. Naturalmente il trend evolutivo è inevitabile, ma va realizzato in tempi realistici e con un approccio razionale. Sumitomo, con la sua offerta basata su chimica convenzionale e biorazionale è pronta a raccogliere la sfida e cogliere le opportunità.

Come cambierà il “mestiere” dell’agricoltore nel medio-lungo periodo e cosa si chiederà all’agricoltura moderna?

Il mestiere dell’agricoltore, che resta uno dei lavori di maggiore fascino e difficoltà, continuerà a richiedere numerose competenze, oltre che passione e imprenditorialità. Lei o lui si ritroveranno ad operare in un settore dove da una parte i cambiamenti climatici aumenteranno l’incertezza e l’esposizione delle colture a maggiori rischi, dall’altra, avendo meno soluzioni a disposizione, dovrà fare ricorso a tutte le tecnologie, utilizzandole in modo integrato. Naturalmente continuando ad avere una grande attenzione alla richiesta delle filiere e con la consapevolezza che il suo ruolo sarà sempre più fondamentale. Gli ultimi avvenimenti come il COVID-19 o le recenti guerre hanno confermato la resilienza del settore agricoltura e rafforzato l’importanza della disponibilità di cibo a prezzi accessibili. Cosa chiedere di più all’agricoltura? Forse bisognerebbe iniziare ad apprezzarla e a ringraziarla!

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