Sale il consumo degli oli d'oliva di qualitࠠ

Sale il consumo degli oli d’oliva di qualitࠠ

Otto italiani su dieci acquistano olio extravergine d’oliva con una particolare predilezione per gli oli di qualità dop e igp, che registrano negli ultimi cinque anni un significativo aumento delle esportazioni e dei consumi.

 

 

È quanto emerge da una recente analisi del centro studi di Italia Olivicola che ha elaborato i dati dell’ultimo quinquennio fotografati costantemente da Icqrf, Sian, Ismea, Crea e Fondazione Qualivita.

 

 

Il valore al consumo annuo degli oli extravergine d’oliva di qualità in Italia è salito in media a quasi 150 milioni di euro, in crescita del 28% negli ultimi cinque anni.

 

 

Le esportazioni, che riguardano la metà della produzione nazionale, invece, nello stesso periodo sono passate da 40 a 62 milioni di euro con un balzo del 55%.

 

 

L’analisi del centro studi di Italia Olivicola ha evidenziato come tra le oltre 500 varietà italiane, sono una decina quelle che rappresentano oltre il 70% della produzione nazionale di olio: tra queste le più rappresentative sono Coratina, Ogliarola e Peranzana in Puglia, Carolea in Calabria, Nocellara e Biancolilla in Sicilia, Frantoio e Leccino nelle regioni centrali come Toscana, Umbria, Marche e Abruzzo, e infine la Taggiasca in Liguria.

 

 

A fronte delle incoraggianti notizie di mercato, che testimoniano le grandi potenzialità della filiera olivo-olio, va purtroppo registrata una produzione nazionale di olio in drammatico calo negli ultimi anni. Fino ai primi anni 2000 essa era stabilmente oltre le 500.000 tonnellate, con annate vicine o superiori alle 700.000, mentre nelle ultime stagioni si raggiungono a stento le 400.000 tonnellate.

 

 

Con oltre 1,1 milioni di ettari distribuiti in tutte le regioni, ma soprattutto al Sud, quella dell’olivo è la prima coltura italiana insieme al grano duro però, sostiene Angelo Frascarelli, docente dell’Università di Perugia, “la maggior parte dell’olivicoltura nazionale non remunera il costo del lavoro, essendo quella professionale limitata. Tuttavia da 4-5 anni è partita una nuova stagione, con investimenti importanti e redditività dei nuovi impianti molto interessante, che aprono prospettive incoraggianti per il settore”.

 

Fonte: Osservatorio Agroalimentare

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