Notizie dal fronte di protesta

I motori dei trattori rombano: da Marsala a Bologna, passando per Bari, Foggia, FrosinoneNapoli, Pescara, fino a Torino: sono numerosi i sit-in, presidi, cortei di protesta che vedono protagonisti centinaia di trattori, come il lungo corteo che ha rallentato l’autostrada del Mediterraneo nel Cosentino.

Della narrazione che viene dal “fronte di protesta” quella a mio avviso più importante è TRADIMENTO, non a caso la mobilitazione è organizzata da un gruppo chiamato CRA, Comitato Agricoltori Traditi.

Beh, le prospettive con cui interpretare questa presa di posizione semantica (traditi o non traditi, e soprattutto da chi) ovviamente sono due. Le organizzazioni sindacali tendono a riportare la protesta nell’alveo della concertazione con le istituzioni europee e nazionali, ribadendo che l’Italia è stata tra le nazioni più attive nel cercare di mitigare gli impatti della transizione. Gli agricoltori inveiscono, invece, con la visione che viene da Bruxelles che punta a far ritornare i mezzadri, svendendo il settore primario all’industria di trasformazione ed ai grandi gruppi di investimento i cui interessi spaziano dal latifondismo alla carne sintetica.

Questa frattura tra come si vorrebbe il futuro e come si vive il presente sta creando una cesura netta in due blocchi. Da una parte chi sostiene che l’agricoltura moderna va in quella direzione e dall’altra chi difende non solo la tradizione, bensì un mondo antico che via via sta scomparendo.

L’agricoltore è colui che fa da garante di ciò che l’agricoltura ha rappresentato per l’Italia in primis, la cui narrazione punta sulle eccellenze del Made in Italy. Tuttavia la realtà è un’altra: nell’era del marketing basta “dire” che un prodotto è italiano, non serve “farlo”. Di esempi ne potremmo fare a bizzeffe…l’olio in primis: vendiamo olio extravergine tricolore, senza olive. Così come la pasta, sempre più venduta nel mondo, ma il settore cerealicolo sarà il primo a far saltare il banco.

Dunque la mia domanda è sempre attuale: l’agricoltore serve ancora? Fatecelo sapere e ditelo a chiare lettere a chi oggi è sulle strade di mezza Italia.

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