Ma noi agricoltori per chi produciamo??

La domanda sorge spontanea: per chi stiamo producendo? Siamo sicuri che i responsabili degli acquisti sappiano discernere una varietà dall’altra (soprattutto le nuove varietà) e siano edotti di tutti i parametri che rendono un prodotto etichettabile e vendibile con il marchio registrato della varietà? E, soprattutto, siamo sicuri che i consumatori sappiano distinguere una varietà dall’altra, se fino a ieri neanche guardavano il paese di origine?

Questa diventa la variabile imprescindibile per l’elaborazione di un business plan. Perché l’acquisto di una licenza con tutti gli investimenti annessi e connessi (forniture, consulenze, ecc) obbliga poi l’imprenditore agricolo a considerare i costi di ammortamenti secondo un piano di rientro che delinei negli anni la quantità di merce venduta.

Perché diciamocelo pure: denaro su denaro per ottimizzare una linea di fornitura per poi trovarsi di fronte una mail di qualsivoglia responsabile acquisti di una grande catena che sentenzia: “da domani il prodotto non rientra nel nostro catalogo” ed AMEN.

Dunque chi tiene in mano il pallino del gioco? I breeders, i broker o la GDO? Sicuramente l’anello della produzione è costretto a giocare di rincorsa. E lo fa quando magari ha abbandonato varietà antiche che comunque erano entrate nei mercati ed avevano acquisito una nicchia, più o meno importante a seconda dei casi. Mi viene da pensare all’uva pizzutella o alla Regina, ma anche all’albicocca pellecchiella e a tantissime altre varietà che hanno una forte identità caratterizzante, ma che sono state messe da parte quando forse serviva solo un po’ di promozione fatta per bene, in maniera pianificata e strategica. E invece ancora una volta la produzione ha delegato, ha lasciato ad altri il compito di lavorare per il bene della filiera.

Il risultato è che oggi il mercato lo governano tutti, fuorchè chi davvero produce. L’agricoltura, sotto questo punto di vista, è un comparto sui generis. La produzione, in altri settori, fa ricerca agendo in sinergia col marketing ed estromettendo la distribuzione che interviene solo in un secondo momento. In agricoltura, invece, è tutto il contrario. Ripenso all’epica battaglia ingaggiata da Eracle contro il gigante Anteo: per battere il gigante Eracle lo sollevava da terra da cui traeva forza. Solo così potè soffocarlo.
Con questo caldo (e tutti questi pensieri) conviene godersi una bella albicocca pellecchiella…per chi ce l’ha!

A cara dell’editore Donato Fanelli

Potrebbe interessarti anche...