Innofruit: Smart Irrigation e nuove varietà per la viticoltura pugliese

 

 

Smart Irrigation: “In Puglia, regione caratterizzata da un clima caldo arido, la gestione della risorsa irrigua ha un ruolo di primo piano nella coltivazione dell’uva da tavola. Infatti il settore produttivo è chiamato a mettere in atto strategie di mitigazione, ovvero sviluppare e adottare tecniche colturali che salvaguardino le risorse idriche disponibili, garantendo comunque il miglioramento del prodotto offerto e l’efficienza dell’intero processo di produzione” ecco così presentato il protagonista del progetto, la ‘smart irrigation’ un nuovo sistema integrato e innovativo per una gestione intelligente della risorsa acqua. La dott.ssa Francesca Modugno, Ricercatrice del CREA Agricoltura e Ambiente, ha spiegato e illustrato i primi risultati ottenuti applicando la ‘smart irrigation’ in un campo giunto al secondo anno di prova.

Presentazione di nuove varietà di uve da tavola: Il Gruppo Operativo INNOFRUIT lavora anche con l’obiettivo di soddisfare la richiesta dei produttori di uva da tavola di introdurre nuove varietà apirene in grado di innalzare la concorrenzialità sui mercati nazionali e internazionali attraverso l’innovazione varietale che altrove ha consentito, e consente, di diversificare strategie commerciali a seconda dell’orientamento dei consumi.

Il GO del progetto è composto da: Consorzio Jonico Ortofrutticoli Società Cooperativa (Capofila di progetto), Graper Spcietà arl, Società Agricola Salvi Vivai S.S, DARE Puglia scrl, Cassandro srl, Aretè srl, CREA, Società Agricola Grapes S.S., Azienda Lamascese Vincenzo.

Ad illustrare il progetto ed i primi risultati è stato il dott. Angelo Raffaele Caputo, Responsabile Tecnico Scientifico e Ricercatore del CREA Viticoltura ed Enologia

Nel video un’intervista alla dott.ssa Francesca Modugno, Ricercatrice del CREA Agricoltura e Ambiente, al dott. Angelo Raffaele Caputo, Responsabile Tecnico Scientifico e Ricercatore del CREA Viticoltura ed Enologia e al dott. Vito Pipoli, Tecnico del CJO (Capofila di progetto)

Intervista a Francesca Modugno, ricercatrice del Crea Agricoltura e Ambiente.

D –  Ormai le imprese devono fare i conti con la mancanza di risorse idriche puntando in una corretta gestione dell’acqua. Ci può parlare del sistema Smart irrigation? 

R – La Smart irrigation è un sistema di gestione e di programmazione dell’ irrigazione che ha come obiettivo l’utilizzo delle nuove tecnologie sensoristiche e di monitoraggio delle diverse variabili, che rientrano nel calcolo dei volumi irrigui mediante la tecnica del bilancio idrico. Attraverso l’interrogazione del suolo, della pianta e del clima è possibile acquisire informazioni riguardanti quanto e quando irrigare. Il “quando” il irrigare lo possiamo individuare con delle sonde-suolo che ci danno informazioni su quando l’acqua, presente nel suolo, scende sotto un limite che viene indicato con il “limite soglia”, al di sotto del quale è opportuno non scendere perché altrimenti le piante vanno in stress. Di “quanto” irrigare? Sicuramente di una quantità di acqua pari a riportare questo volume alla capacità idrica di campo, che è la quantità massima che un suolo può contenere. Attraverso poi l’utilizzo di centraline meteo è possibile monitorare anche le variabili climatiche che ci consentono sempre il calcolo del dell’ evapotraspirazione (dell’ evaporazione del suolo e la traspirazione della pianta) e quindi ci consentono il calcolo dei fabbisogni della coltura.

D – Siete al secondo anno del progetto. Quali sono i dati che avete registrato l’anno scorso? 

R – Mettendo a confronto la tesi irrigata in modo tradizionale, dunque secondo le conoscenze degli agricoltori, e la tesi “Smart” abbiamo potuto notare che con un irrigazione fatta seguendo i fabbisogni della coltura vi è stato un risparmio idrico circa del 13% che in termini di volumi corrispondono a poco più di 420 metri cubi di acqua e ciò non ha portato alcun effetto negativo. Anzi, abbiamo riscontrato un incremento della produzione dovuto a un maggior peso dei grappoli e degli acini dei grappoli unito ad un maggior grado rifrattometrico di circa il 9% e anche un miglioramento delle caratteristiche qualitative dell’uva, dunque indice di distacco o croccantezza. Anche a livello di pianta non si sono riscontrati effetti di stress. 

Intervista a Angelo Raffaele Caputo, RTS del progetto e ricercatore del Crea Agricoltura e Ambiente.

D – Quali sono gli obiettivi che il gruppo operativo si propone e come intende realizzarli? 

R – Il nome del gruppo operativo InnoFruit è l’acronimo, il progetto è “Sostenibilità e innovazione nella viticoltura da tavola pugliese”. L’obiettivo principale, piuttosto ambizioso, è anche quello di migliorare la competitività e la redditività dei produttori di viticoltura da tavola pugliese. In modo tale che loro possono mettersi a confronto e in competizione con i loro competitor nazionali internazionali. Ovviamente in questo progetto si parla anche di sostenibilità ed innovazione perché sostenibilità l’abbiamo associata al miglior utilizzo della risorsa idrica. Mentre per quanto riguarda l’innovazione in realtà dovremmo parlare di innovazione di prodotto propriamente detto perché si tratta di introdurre nuove varietà. Quindi gli asset progettuali sono due: attraverso la tecnica si cerca di utilizzare al meglio la risorsa idrica (ecco perché parliamo di sostenibilità) e contemporaneamente intendiamo offrire al mercato nuove varietà da tavola apirene, nel caso specifico stiamo studiando delle varietà costituite dalla Sun World International che uno dei più importanti costitutori internazionali.

 

D – Quanto è importante la sinergia tra il mondo imprenditoriale imprenditoriale e il mondo della ricerca quali risultati state disseminando?

R – E’ impensabile poter introdurre un risultato della ricerca, come può essere un innovazione di prodotto o una nuova varietà, senza coinvolgere il viticoltore in prima persona. Del resto questo progetto è inserito nell’ambito del Piano di sviluppo rurale della Regione Puglia che ha come obiettivo principale quello di coinvolgere direttamente gli operatori, in questo caso della filiera dell’uva da tavola. Quindi questa sinergia è importante, noi oltretutto l’abbiamo inserita in un contesto più ampio, ovvero in un progetto di filiera che inizia dalla fase vivaistica, quindi  con la preparazione delle barbatelle e dei materiali di moltiplicazione di queste varietà, fino alla fase di commercializzazione e di mercato, salvaguardando nel contempo anche l’ambiente con un uso più razionale dell’acqua. Quindi l’obiettivo finale sarà quello di ottenere delle linee guida per quanto riguarda l’irrigazione Smart cioè intelligente e fatta in maniera totalmente mirata.

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