Green Deal senza reciprocità è boomerang per agricoltori e consumatori europei

Dubbi sul raggiungimento dei target e forti preoccupazioni sugli impatti economici a danno del comparto agricolo ed agroalimentare.  Si possono sintetizzare così le posizioni di tutte le organizzazioni agricole e degli operatori delle diverse filiere che si sentono danneggiati nei dalla proposta di regolamento sul ripristino della natura, approvata dal Parlamento Europeo nei giorni scorsi con 336 voti a favore, 300 contrari e 13 astensioni. Non era passata la proposta di bocciatura della Commissione Ambiente: 312 i voti favorevoli, 324 contrari e 12 gli astenuti. Il parlamento è quindi pronto ad avviare i negoziati con il Consiglio sulla forma finale della legge: propone che il regolamento si applichi solo quando la Commissione avrà fornito dati sulle condizioni necessarie per garantire la sicurezza alimentare a lungo termine e quando i paesi dell’Ue avranno quantificato l’area che deve essere ripristinata per raggiungere gli obiettivi di ripristino per ciascun tipo di habitat. Il parlamento prevede inoltre la possibilità di posticipare gli obiettivi in caso di conseguenze socioeconomiche eccezionali. Entro 12 mesi dall’entrata in vigore del regolamento, la Commissione dovrà valutare l’eventuale divario tra le esigenze finanziarie di ripristino e i finanziamenti dell’Ue disponibili e cercare soluzioni per colmare tale divario, in particolare attraverso un apposito strumento dell’Ue.

Per il Copa Cogeca il testo approvato rimane problematico e inapplicabile per gli agricoltori e i proprietari forestali, a causa della mancanza di un budget e di problemi di fattibilità. La votazione segna l’inizio di una nuova fase con il trilogo, ma l’organizzazione degli agricoltori e delle cooperative europee prevede che risolverà solo parzialmente i problemi fondamentali della proposta e ciò potrebbe comportare conseguenze negative per le aree rurali e le strutture economiche più piccole.

Secondo il risultato di un’analisi del Centro Studi Divulga sugli impatti della strategia europea per la transizione verde sul settore agricolo senza impegni reciproci sull’ambiente dei partner commerciali tradizionali come Cina, Brasile o Stati d’uniti, il Green Deal europeo rischia di trasformarsi in un boomerang per agricoltori e consumatori europei tra drastiche diminuzioni delle produzioni, aumento di prezzi al consumo e dell’import di prodotti agricoli proprio dalle zone che più incidono sulle emissioni globali.

“La lotta al cambiamento climatico è un impegno serio ed è fondamentale per le future generazioni ma la corsa dell’unione europea, se non accompagnata da regole comuni e dal principio di reciprocità con gli altri paesi del mondo, avrebbe l’unico merito di ridisegnare la geografia dei prodotti agricoli mondiali con l’effetto di delocalizzare produzione e inquinamento fuori dall’Ue, per poi reimportare tutto nel piatto dei consumatori europei”, asserisce Felice Adinolfi, direttore del Centro studi Divulga.

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