All’Italian Fruit Village si è parlato anche dell’Agritech Academy

Durante la manifestazione Fruit Logistica di Berlino, negli spazi dell’Italian Fruit Village, abbiamo parlato anche della Agritech Academy, centro di alta formazione realizzato nell’ambito del Centro Nazionale per le Tecnologie dell’Agricoltura (Agritech) realizzato nell’ambito del Piano Nazionale Ripresa e Resilienza (Missione 4 Componente 2 Investimento 1.4.)

Il Centro, che ha sede a Napoli, coinvolge 28 Università, 5 centri di ricerca e 18 imprese distribuite su tutto il territorio nazionale e rappresentative delle eccellenze italiane nel settore agrifood. Un progetto basato sull’utilizzo delle tecnologie abilitanti per lo sviluppo sostenibile delle produzioni agroalimentari, con l’obiettivo di favorire l’adattamento ai cambiamenti climatici, la riduzione dell’impatto ambientale nell’agrifood, lo sviluppo delle aree marginali, la sicurezza, la tracciabilità e la tipicità delle filiere.

Un progetto che vale circa 350 milioni di euro di cui 320 milioni a carico del Pnrr: un finanziamento senza precedenti per la ricerca in agrifood. Il Centro nasce con l’ambizione di combinare le migliori competenze scientifiche per rendere l’industria agroalimentare italiana più competitiva e sostenibile, e fornire una risposta concreta ai bisogni di crescita di un settore chiave per l’economia: questo sarà realizzato collegando infrastrutture di ricerca in agricoltura disponibili a livello nazionale, utilizzando le tecnologie abilitanti per migliorare produttività e sostenibilità, oltre che per promuovere transizione ecologica e digitale, collaborando con le imprese per aumentare la resilienza e la competitività economica nel settore agroalimentare e formando la prossima generazione di studiosi nel settore, garantendo il capitale umano e le competenze necessarie per affrontare le sfide future.

Ai nostri microfoni è intervenuto il Prof Giuliano Bonanomi:  “Il Progetto Agritech finanziato dal piano nazionale di ripresa e resilienza, non ha precedenti. 320 milioni di euro dedicato a 5 obiettivi strategici; prima di tutto aumentare la capacità di resilienza di recupero dei sistemi di produzione primaria delle aziende agli stress: cambiamenti climatici, la pandemia di due anni fa, la guerra, i cambiamenti socio economici che causano un incremento dei costi di produzione. Attraverso le nuove tecnologie il progetto Agritech si pone l’obiettivo di aumentare la capacità delle aziende di fronteggiare queste problematiche e quindi di mantenersi competitive nel tempo”.

Come è strutturato questo progetto? “C’è un  hub centrale alla Federico II di  Napoli, e poi 9 spoke, 9 elementi in parte  indipendenti finalizzati al ragionamento di questo obiettivo. All’interno del consorzio Agritech partecipano oltre 28 università e 5 centri di ricerca oltre a una vasta gamma di aziende private il tutto finalizzato a perseguire questi obiettivi. Un aspetto importante all’interno del progetto è anche il trasferimento tecnologico delle nuove scoperte effettuate all’interno delle varie linee di ricerca alle aziende stesse, e a questo fine un aspetto rilevante è quello della Academy, l’Academy di Agritech che sarà descritto dalla collega”.

Abbiamo intervistato il Prof Giovanni Battista Chirico:  “L’Academy è una scuola di alta formazione che nasce con l’obiettivo di formare tecnici in grado di guidare le aziende agricole in questo processo di rapida trasformazione tecnologica e transizione digitale nel mondo dell’agricoltura. Quindi l’ambizione è quello di formare tecnici in grado di indicare alle aziende le soluzioni tecnologiche più adatte più idonee alle imprese in base ai loro obiettivi strategici ed al contesto ambientale in cui operano, con un occhio importante alla sostenibilità ambientale ed economica delle soluzioni proposte. La strategia formativa è completamente diversa non è un master non è una laurea. La strategia formativa si basa sull’integrazione del mondo dei partner industriali del mondo universitario della ricerca scientifica e delle stesse aziende agricole.  Abbiamo esperti industriali che propongono ed illustrano le loro soluzioni e le innovazioni tecnologiche, accompagnati da docenti universitari che evidenziano le potenzialità e i limiti di quelle tecnologie nell’ambito di un rigore scientifico metodologico scientifico. Strategica anche la presenza delle stesse aziende agricole che hanno implementato quelle soluzioni al fine di indicare agli allievi quali sono le effettive modalità di implementazione di quelle tecnologie e quali sono anche le necessità di sviluppo per andare incontro alle esigenze delle aziende. L’Academy propone sia dei corsi specialistici costruiti intorno all’esigenza delle singole aziende o degli organizzazioni produttive. Organizza un corso annuale rivolto a 40 allievi che vengono selezionati sulla base di un bando con anche un contributo economico per sostenere le spese di trasferta, con 240 ore di esperienze formative in aula alle quali si aggiungono 120 ore di esperienza presso le aziende.  L’attività formativa avviene prevalentemente a Napoli, nel campus tecnologico di San Giovanni che è l’incubatore  delle Academy della Federico II.  I temi trattati sono diversi  e coprono di fatto tutti gli ambiti della tecnologia applicati all’agricoltura partiamo quindi dal monitoraggio remoto,  satellitare e prossimale, applicazioni di agricoltura di precisione in pieno campo, abbiamo poi tutto l’ambito dell’arboricoltura di precisione e la viticoltura di precisione. Affrontiamo il problema della difesa delle colture protette, incluse colture fuori suolo e vertical farming; in particolare il vertical farming è un modulo che sarà trattato in inglese perché coinvolgiamo esperti nord europei. La scadenza prossima sarà l’11 marzo. Il bando è aperto a tutti laureati magistrali o triennali. La selezione avviene sulla base di un colloquio che mira soprattutto a valutare le motivazioni dell’allievo rispetto al settore alla loro partecipazione a questo processo innovativo nel campo dell’agricoltura”.

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