Aiutiamoli a farci concorrenza a “casa nostra”

Ho sempre sostenuto che la politica è una cosa seria e che avere il potere di “cambiare” le cose comporta (o dovrebbe comportare) una piena presa di coscienza delle responsabilità insite nell’esercizio di questo potere. Tuttavia sono sempre più convinto che a Bruxelles ci siano persone che non hanno ben compreso che dall’attivazione di determinate direttive e regolamenti, o dalla stipula di accordi unilaterali ne consegua un effetto domino dalla portata imprevedibile.

Entro subito nel merito della questione: da oggi, 25 luglio, viene prorogata la sospensione dei dazi doganali e dei contingenti sulle importazioni dalla Moldavia. Una decisione presa a maggio dalla Commissione Europea, nell’ambito delle “misure commerciali autonome” in base alle quali la sospensione dei dazi è stata prorogata di un altro anno ed ampliata a tutti i dazi doganali e contingenti tariffari rimanenti. Una misura attivata per dare supporto all’economia moldava dopo l’attacco della Russia all’Ucraina che, di fatto, rischiava di implodere l’economia moldava, vista l’impossibilità di rifornire approvvigionamenti in Russia e Ucraina.

Tuttavia la misura può essere revocata nel momento in cui ci fossero impatti negativi sulle filiere europee, come si legge sugli atti ufficiali dell’intesa: “ Al fine di garantire condizioni uniformi di attuazione del presente regolamento, alla Commissione dovrebbero essere conferite competenze di esecuzione che le consentano di sospendere temporaneamente le misure di liberalizzazione degli scambi di cui all’articolo 1 nei casi in cui le importazioni a norma del presente regolamento incidano negativamente sui propri Stati membri”.

Nel complesso il valore delle esportazioni dalla Moldavia verso l’Ue nell’ultimo anno è aumentato da 1,8 miliardi di € nel 2021 a 2,6 miliardi di € nel 2022.

I dati di monitoraggio dell’Ue ci dicono che nel 2022 il contingente tariffario è stato interamente utilizzato solo nel caso delle prugne, mentre per le uve da tavola il contingente è stato utilizzato quasi completamente; è migliorato anche l’utilizzo delle quote per le mele; per gli altri prodotti non vi sono state importazioni dalla Moldavia (pomodori e aglio) o molto limitate (succo d’uva, ciliegie).

Tuttavia non sono le 57 tonnellate di ciliegie o le 20 tonnellate di susine importate in UE a preoccupare. C’è il fatto che si sta supportando un nostro potenziale competitor in prospettiva, perché sia sulle ciliegie che sull’uva da tavola le filiere stanno facendo importanti investimenti in nuovi impianti, in innovazione varietale, in linee di cernita e sistemi di idrorefrigerazione. Sta cambiando il posizionamento sul mercato grazie all’utilizzo di certificazioni come Globalgap/Grasp. Al di là di qualsivoglia monitoraggio, gli effetti di questa proroga li potremo vedere anche a medio-lungo termine, perché stiamo facendo crescere economie agricole che domani andranno a rosicchiare segmenti di mercato già angusti per i nostri produttori.

Quando si prendono decisioni di questa portata, andrebbero sempre considerati gli impatti su tutte le filiere. Ma l’effetto domino forse non è ancora evidente per i miopi……che non vogliono vedere.

Editoriale a cura di Donato Fanelli

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