Sentite l’Ocse: l’agricoltura ha ridotto emissioni di gas serra ma la Pac è da rivedere

L’agricoltura europea con la nuova PAC si sta giocando il presente più che il futuro. Da 3 anni a questa parte gli agricoltori di tutto il mondo stanno subendo uno stress test in uno scenario  (sia micro che macro) che ha raggiunto un livello altissimo di complessità. In questo quadro si inserisce il report elaborato dall’OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) che mette nero su bianco le criticità della PAC sulle quali i policy maker devono lavorare (ed anche in fretta) per non compromettere le prospettive di questa nuova programmazione. 

E’ opinione dello scrivente che il Farm to fork,così com’è, porterebbe ad una riduzione della produzione agricola, ad un aumento dei prezzi, ad un aumento delle importazioni con forti dubbi sulla qualità e sulla sicurezza alimentare. Le 4 aree sulle quali intervenire ineriscono i pagamenti, i regolamenti, la gestione dei dati ed i servizi ambientali.

Dal dossier OCSE possiamo trarre alcune inferenze importanti. 

  1. La produttività agricola in UE è stata inferiore a quella degli Stati membri. Una criticità emersa in tutte le sue sfaccettature durante il COVID e successivamente con la guerra in Ucraina, laddove è emersa con forza la dipendenza dai paesi extra-UE in alcune filiere. A ciò si aggiungano alcune variabili strutturali come la perdita di superficie agricola coltivata e lo scarso ricambio generazionale in agricoltura, scenario appesantito dal calo demografico che peggiorerà la crisi nel reperimento di manodopera.
  2. La sostenibilità, secondo i dati OCSE, che non si sta perseguendo in tutte le potenzialità connesse. Ciò sta avvenendo non per mancanza di ambizione o volontà, bensì per un difficile matching tra le politiche di sviluppo aziendale e le diverse misure che costituiscono l’infrastruttura della PAC. Però un dato va attenzionato, ovvero quando l’Osservatorio ammette che i gas serra connessi alle pratiche agricole stanno diminuendo. E questo è un elemento che non viene valorizzato nelle diverse narrazioni che ineriscono il mondo agricolo. Pensiamo alla zootecnia, al centro di una vera e propria campagna d’odio (sottolineo d’odio e me ne assumo le conseguenze). Su questo punto sono allineato col dr. Luca BUTTAZZONI, dirigente centro di ricerca Crea – zootecnia e acquacoltura che in un recente convegno ARAV ha affermato: “Il dito puntato contro gli allevamenti, quali unici responsabili dell’inquinamento è in larga misura l’effetto di un’egemonia culturale e di comunicazione. Indubbiamente occorre ridurre le emissioni zootecniche di metano, ma dobbiamo essere consapevoli che i ruminanti non hanno contribuito al riscaldamento globale, emettono metano che, differenza dall’anidride carbonica, non si accumula in atmosfera e, riducendo le emissioni, consentono di contrastare il riscaldamento globale”. Lo possiamo dire: l’inquinamento prodotto dagli allevamenti sono delle fake news, fino a quando non si elaboreranno narrazioni scevre da interessi non si farà il bene dell’agricoltura e delle comunità.

Raccomandazioni per migliorare la politica nell’Unione Europea

Il variegato settore agroalimentare dell’Unione europea si trova in una fase critica, dovendo affrontare il cambiamento climatico e le crisi successive, come lo shock sistemico della pandemia di Covid-19 e la guerra in Ucraina, mentre affronta la tripla sfida che i sistemi alimentari si trovano ad affrontare: garantire la sicurezza alimentare e nutrizione, fornire mezzi di sussistenza agli attori della catena alimentare e migliorare la sostenibilità ambientale.

Attraverso la lente dell’OCSE in termini di produttività, sostenibilità e resilienza agroalimentare, questa analisi, che trae lezioni dal periodo 2014-22, mostra che, in questo contesto economico e politico in continua evoluzione, il sistema agroalimentare dell’UE ha dimostrato la sua resilienza e è stato in grado di mantenere la produttività in crescita, in particolare negli Stati membri post-2004, di ridurre l’intensità delle emissioni di gas serra e di promuovere la collaborazione transnazionale sull’innovazione.

Tuttavia, negli ultimi anni, la produttività agricola è aumentata a un ritmo più lento rispetto ad altri paesi OCSE, mentre le prestazioni di sostenibilità ambientale del settore non sono migliorate in linea con le aspettative. Questo stallo dei progressi non è dovuto a un’ambizione insufficiente o alla mancanza di risorse, ma piuttosto alla progettazione e all’attuazione delle politiche.

La politica agricola comune (PAC) 2023-27, che rappresenta circa un terzo del bilancio dell’UE, comprende nuovi approcci e priorità promettenti. La PAC è considerata strategica per l’agenda del Green Deal europeo (EGD) grazie al suo potenziale nell’affrontare le preoccupazioni ambientali, e ci si aspetta sempre più che raggiunga obiettivi di ampio respiro in materia di sistemi alimentari che vanno oltre il settore agricolo.

La transizione dei sistemi alimentari dell’UE richiede una trasformazione complessiva, in cui l’innovazione svolgerà un ruolo fondamentale nel garantire una crescita sostenibile della produttività. Raggiungere gli ambiziosi obiettivi dell’EGD richiederà ulteriori riforme, ridisegnando pagamenti, normative, innovazione e strategie relative ai dati, nonché adottando nuovi approcci per fornire servizi ambientali.

  • Pagamenti . Riprogettare ulteriormente i pagamenti della PAC in misure separate mirate al sostegno del reddito e alla sostenibilità ambientale e allineare le spese della PAC alle priorità ambientali e climatiche. Introdurre meccanismi specifici per incentivare la performance degli Stati membri, ridurre la spesa totale per i pagamenti disaccoppiati del reddito ed eliminare gradualmente il sostegno accoppiato.
  • Regolamenti . Affrontare il divario di attuazione degli obiettivi di sostenibilità, migliorare la progettazione normativa e superare le potenziali barriere che ostacolano l’innovazione.
  • Innovazione. Portare l’innovazione al centro della strategia della politica agricola dell’UE per garantire che aiuti effettivamente il settore a diventare più produttivo, sostenibile e resiliente.
  • Dati . Rafforzare la strategia dell’UE sui dati agroalimentari e migliorare la digitalizzazione per monitorare le politiche, creare consapevolezza, facilitare gli scambi di conoscenze e trovare soluzioni innovative.
  • Servizi ambientali . Avanzare nell’adozione di pagamenti pluriennali basati sui risultati e di azioni collettive per i servizi ambientali, quando possibile, e introdurre la rendicontazione sui risultati.

Editoriale a cura di Rocco Devito

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