Qual è lo stato di salute del florovivaismo italiano?

Tra poche settimane il mondo del florovivaismo si radunerà a Padova per Flormart, ma come arriva a questo importante appuntamento? Quali sono i trend del settore florovivaistico italiano?

LA FIERA – Dicevamo, la fiera. Flormart – The Green Italy, il salone internazionale dedicato al verde, al florovivaismo e all’architettura del paesaggio, è pronto a dare il via alla 72a edizione, dal 20 al 22 settembre 2023. Sono circa 200 gli espositori presenti, provenienti dai distretti produttivi italiani, dalla Liguria alla Toscana, dal Veneto all’Emilia Romagna, passando per Lombardia, Lazio, Puglia, Sicilia e Abruzzo. Anche l’estero è ben rappresentato, Europa in primis, con Francia, Belgio, Spagna, Grecia e altri espositori internazionali. Per promuovere il comparto italiano sui mercati internazionali, Fiere di Parma ha messo in campo due programmi di incoming: Flormart Buyers Program, in collaborazione con ICE Agenzia, e Flormart Experience, per la grande distribuzione e garden retail nazionali. Due percorsi di business esclusivi e completi che insieme hanno già richiamato l’adesione di oltre 150 buyers internazionali.

I TREND DEL MERCATO FLOROVIVAISTICO ITALIANO – I trend del dopo-Covid (che ha assestato un bel colpo al comparto) fanno ben sperare. Numeri incoraggianti per il florovivaismo italiano: nel 2022 il valore della produzione ha superato i 3,1 miliardi di euro (oltre 300 milioni in più rispetto al 2021 – 2,78 miliardi), di cui 1462 milioni di euro per fiori e piante in vaso (quasi 1,3 miliardi nel 2021) e 1678 milioni per i vivai (1,5 miliardi nel 2021). È il dato più alto delle ultime annate prese in esame. Italia, dunque, in controtendenza su produzioni UE27 (florovivaismo -3,9%).

UNA NUOVA SENSISIBLITA’ NELLA SOCIETA’ – Dietro l’ascesa del settore c’è un rinnovato interesse verso il green, non solo come dinamica di consumo, ma come un diverso approccio. Stiamo assistendo a una impennata di sensibilità e attenzione per il verde: dalla politica al sistema delle costruzioni, dalla valorizzazione degli spazi aperti ai temi della rigenerazione urbana, alla riforestazione delle città, passando per la consapevolezza di quanto le piante possano fare per combattere i cambiamenti climatici e favorire la salubrità degli ambienti interni: scuole, ospedali, uffici, case possono diminuire del 20% la CO2 con la presenza di piante (dati CNR).

IL RUOLO DEL FLOROVIVAISMO NELLA TRANSIZIONE – In generale, più verde significa meno PM atmosferici (dal 7 al 24% in meno – un ettaro di foresta urbana è in grado di rimuovere mediamente 17 kg/anno di PM10, pari a un beneficio economico di 1.825 euro), meno caldo (da 2 a 8°C in meno), meno spese sanitarie, più risparmio energetico, maggiore valore immobiliare. Ogni euro investito nel verde pubblico si rivaluta sino a 4 euro. 73miliardi di euro – pari a 240.000 euro / km² – negli ultimi 40 anni (sino al 2021) è la perdita economica subita dall’Italia (come rileva l’ EEA – European Environmental Agency) a causa degli eventi atmosferici estremi (meteorologici e idrologici) che una corretta gestione del territorio avrebbe potuto ridurre drasticamente. La stessa Agenzia ha stimato che nel 2019 l’inquinamento atmosferico nel Vecchio Continente abbia causato oltre 300.000 decessi prematuri per esposizione al particolato fine; 60.000 le morti premature in Italia.

IL GOVERNO LAVORA SULLA LEGGE QUADRO – Il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste Francesco Lollobrigida, ha approvato, in esame preliminare, un disegno di legge di delega al Governo in materia di florovivaismo.
Scopriamo dunque nello specifico quali saranno le misure introdotte con questo nuovo testo.
In primo luogo l’obiettivo della delega è quello di realizzare un quadro normativo coerente e organico in materia di coltivazione, promozione, commercializzazione, valorizzazione e incremento della qualità e dell’utilizzo dei prodotti del settore florovivaistico e della filiera collegata.

Si prevedono in particolare:
• la necessità di una disciplina dell’articolazione della filiera che comprenda le attività agricole e quelle di supporto alla produzione
• e una definizione puntuale dell’attività agricola florovivaistica.
Si prevede a questo scopo un coordinamento nazionale che elabori, con cadenza quinquennale, un Piano programmatico e strategico per avviare azioni innovative destinate a:
• comunicazione e promozione dei prodotti
• competitività
• e sviluppo delle aziende florovivaistiche.
Inoltre si creeranno piattaforme logistiche ad hoc per macroaree (nord, centro, sud e isole) al fine di garantire la distribuzione/movimentazione della produzione del settore florovivaistico verso l’Unione europea e i Paesi terzi. Si stabilisce infine la definizione delle figure professionali che operano nel comparto florovivaistico, compresi i settori del verde urbano e periurbano, i parchi e i giardini storici, prevedendo il loro inquadramento nel sistema di classificazione delle professioni dell’ISTAT e l’attivazione di ulteriori percorsi formativi presso gli ITS Academy.

 

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