Polizze agricole agevolate, per il 2020 rimborsato solo il 30%

Una carenza di risorse finanziarie del Programma di sviluppo rurale nazionale (Psrn) è all’origine dei problemi legati ai rimborsi per le aziende agricole che hanno stipulato polizze agevolate nel 2020. Il decreto del Ministero delle politiche agricole del 19 ottobre 2020 n.9250365, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 23 novembre scorso, che approva l’avviso pubblico per la presentazione delle domande di sostegno per la campagna assicurativa 2020 delle colture vegetali, stabilisce infatti che il contributo pubblico da corrispondere è pari al 30% della spesa ammessa e non il 70% come previsto. L’aliquota scende al 28% per le polizze che coprono solo due rischi.

Sembra, comunque, che il restante 40% potrà essere finanziato da economie relative alle campagne vegetali delle annualità precedenti e/o con ulteriori risorse provenienti da altre sottomisure del Psrn 2014-2020.

Per gli agricoltori è in ogni caso una doccia fredda, che arriva in un momento particolarmente difficile caratterizzato da una grave carenza di liquidità, anche per le criticità connesse all’emergenza Covid.

In termini più generali si tratta di una battuta d’arresto nel percorso di superamento delle difficoltà connesse al passaggio alle nuove regole per la concessione dei contributi comunitari, che negli ultimi due anni ha portato a un sostanziale riallineamento delle tempistiche dei rimborsi, con l’erogazione di un numero rilevante di pagamenti, nonostante comunque rimangano ancora situazioni critiche.

Il problema della carenza di fondi per soddisfare le domande presentate dagli agricoltori potrebbe però non essere episodico e riproporsi, dal momento che le compagnie assicurative stanno aumentando i premi richiesti, per effetto della maggiore frequenza e intensità degli eventi dannosi e di una conseguente lievitazione dei risarcimenti da riconoscere agli assicurati.

L’Ismea, nell’ultimo rapporto sulla gestione del rischio in agricoltura, evidenzia infatti come le tariffe medie annuali siano passate da un valore inferiore al 6% del 2010, a una aliquota superiore all’8% nel 2019, con due consistenti balzi verso l’alto registrati tra il 2012 e il 2014 e tra il 2017 e il 2019.

Fonte: Osservatorio Agroalimentare

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