L’ucraina vende così tanti cereali nell’Ue: le conseguenze per gli agricoltori
I prezzi del grano sono sotto massiccia pressione. Una ragione sono le alte importazioni dall’Ucraina, dicono i coltivatori di grano. Ma è anche vero?
L’UE produce più cereali di quelli che consuma. Ad eccezione del mais. Soprattutto per il grano e l’orzo, l’UE è un esportatore importante e rifornisce il mercato mondiale. Al contrario, questo significa che in realtà non sono necessarie importazioni per l’approvvigionamento del mercato. Al contrario. I prezzi del grano sul mercato interno, cioè i prezzi che gli agricoltori ricevono per il loro grano, sono in misura considerevole dipende dai proventi delle esportazioni.
Tuttavia, con lo scoppio della guerra in Ucraina, quantità significative di grano ucraino stanno ora fluendo sul mercato europeo. La fine del corridoio del grano attraverso il Mar Nero ha ulteriormente aggravato l’afflusso. In Polonia, Romania e altri paesi, gli agricoltori protestano contro queste importazioni.
Il motivo: il grano dall’Ucraina è significativamente più economico della merce europea. Da un lato, questo crea una massiccia pressione sui prezzi sul mercato unico e, dall’altro, sostituisce il grano più costoso degli agricoltori europei, che ora si accumula in stock sempre più grandi nei silos degli agricoltori e dei commercianti di grano.
In Francia, il principale produttore di cereali dell’Unione europea, i coltivatori di cereali chiedono già a Emmanuel Macron misure per proteggere i produttori nazionali, riferisce l’AFP.
Eric Thirouin, presidente dell’Associazione francese dei produttori di grano (AGPB), ha detto all’agenzia di stampa AFP: “Oggi abbiamo un prezzo del grano dalla fattoria di 155 euro a tonnellata. Rispetto a un prezzo di costo compreso tra 220 e 240 euro a tonnellata, vediamo che la perdita è significativa, nell’ordine di 420 euro per ettaro o 42.000 euro per 100 ettari”.
Thirouin ha inoltre sottolineato che la portata delle esportazioni ucraine verso l’Unione europea non è più sostitibile per gli agricoltori.