Esportazioni di prodotti agricoli e alimentari verso i Paesi Extra-UE al tempo del COVID-19: fra gennaio e aprile 2020, crescita del 3,7%

Dal confronto dei valori delle esportazioni dei primi quattro mesi del 2019 e del 2020 (coincidenti con lo sviluppo della pandemia di Coronavirus) emerge, in generale un andamento di crescita (+3,7%): nove delle quattordici categorie di prodotti esaminati hanno esportato di più nel 2020 e, di queste, sette presentano incrementi superiori al 10%. D’altra parte, delle cinque categorie di prodotti con valore dell’export in flessione, tre segnano andamento negativo superiore al 10%.

I confronti mensili evidenziano che di 56 variazioni esaminate (14 categorie di prodotti x 4 mesi), 41 sono superiori al 10% (di cui 11 negative) e di queste 24 vanno oltre il 20% (di cui 5 negative) e 10 raggiungono e superano il 30% (di cui 5 negative).

Questo indica che siamo in presenza di un contesto del tutto anomalo, in grande, costante, modificazione, dove, almeno per il momento, non è possibile reperire tendenze ragionevolmente consolidate: non sembra che si siano fin qui verificati significativi ostacoli al trasporto delle merci, mentre è difficile dare spiegazione, ad esempio, alla costante crescita delle esportazioni di ortaggi e all’altrettanto costante riduzione delle importazioni di frutta (due dei pochi settori che confermano l’andamento in tutti i quattro mesi presi in esame).

Più comprensibile appare, per quanto riguarda vini e spumanti, il dato molto positivo di gennaio (+24%) seguito dai negativi dei tre mesi seguenti quando si è verificata la chiusura, o la forte riduzione di frequentazione, di ristoranti bar e alberghi. Ugualmente spiegabile è la forte contrazione della domanda di fiori e piante visto il carattere prevalentemente voluttuario di questi consumi in presenza di diffuse difficoltà economiche delle famiglie; e l’incremento della domanda di prodotti da forno (panetteria, pasticceria) per “confortare” il lungo tempo trascorso in casa per contenere i rischi di contagio.

 

 

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Fonte: Confagricoltura

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