ALSIA: rilevanti infestazioni di rodilegno giallo su melograno

Gli attacchi di Zeuzera pyrina non vanno sottovalutati soprattutto nei giovani impianti dove può arrecare gravi danni infestando direttamente l’astone

Osservazioni condotte dai tecnici dell’ALSIA nel Lagonegrese su giovani impianti di melograno adiacenti ad aree boscose hanno evidenziato rilevanti infestazioni di Zeuzera pyrina concentrate prevalentemente sull’astone delle piante, compromesse a causa delle gallerie scavate dalle larve dell’insetto.

I danni sono causati dalle larve le quali, nutrendosi di legno, scavano delle gallerie nei germogli, partendo dai rami giovani fino a raggiungere le branche principali. Di conseguenza si osserva un disseccamento delle foglie, dei nuovi germogli e rotture dei rami dovute all’attività trofica delle larve (Fig. 3). Oltre alla perdita di produzione si possono osservare i fori di ingresso e di uscita delle larve, gli escrementi, la segatura prodotta e la colatura di linfa. Oltre alla perdita del germoglio le piante, soprattutto se di grandi dimensioni, possono essere danneggiata irrimediabilmente in quanto il legno asportato dalle larve rende la pianta fragile e altri insetti sfruttano le aperture e le gallerie a proprio favore causando infezioni mistee a volte la morte della pianta.

Due gallerie di larva di Z. pyrina che hanno compromesso completamente la stabilità meccanica dell’astone

I nuovi impianti di melograno possono subire gravi danni a causa dell’attività di questo lepidottero xylofago, noto come rodilegno giallo delle pomacee ma che ha una vasta gamma di ospiti spontanei (come aceri, faggi, olmi, tigli, salici, noccioli, frassini, biancospino, platano e quercia) e coltivati (noce, pomacee, melograno, ecc.).

Il controllo chimico di Z. pyrina è difficile a causa sia della scalarità delle ovideposizioni sia della capacità delle larve di penetrare rapidamente dei tessuti legnosi delle piante. Buoni risultati sono stati ottenuti con l’uso dei feromoni per la cattura massale e la confusione sessuale in altri areali e su altre colture (es. olivo in Puglia). Nel Lagonegrese, invece, le catture ottenute con le trappole a feromoni in un triennio di osservazioni sono state ridotte. Ciò suggerisce di approfondire lo studio della popolazione presente in questa area poiché potrebbe avere una diversa sensibilità ai feromoni in commercio.

 

Autore: Marcella Illiano

Fonte: Alsia Basilicata

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