Tra gli agricoltori in protesta: “un kg di uva vale meno dell’immondizia smaltita in campo. Rifletta, chi ancora una coscienza ce l’ha!”

Un presidio permanente a Rutigliano, aspettando che i territori si organizzino per la manifestazione in programma a Roma domani.

Siamo stati tra gli agricoltori per ascoltare le loro ragioni. E’ una manifestazione anomala, quella che si sta consumando in Italia, non solo perchè tra i contestati ci sono il nostro governo e tutte le organizzazioni di rappresentanza. Quello che serpeggia non è dissenso…è disperazione. C’è una certezza: così non si può fare più l’agricoltore. “Non è mai stato un mestiere, quello dell’agricoltore, come tutti lo intendono. Non sei a lavoro per 6-8- ore, lo sei h24. Non vai in azienda a timbrare il cartellino, cammini sulla terra che la tua famiglia calpesta da generazioni. Non fai i conti solo in termini di profitto, ma devi fare i conti anche col cuore. Ma ormai siamo esasperati. Due anni fa quando manifestammo per l’uva, da più parti ci dissero che la colpa è nostra che non investiamo. Ma ditemi voi come posso investire 60mila euro per realizzare un nuovo impianto ed iniziare ad avere un ritorno economico dopo 3 anni, se in 3 anni il mondo è cambiato ad una velocità talmente rapida che il mio impianto è già vecchio e fuori mercato. Come si può programmare ed investire se le banche non concedono un euro ed hanno ragione. I fatti di cronaca lo dimostrano. Purtroppo ad un certo punto ti vergogni. E’ la vergogna che ci sta uccidendo, molti di noi non capiscono che non si può portare avanti un’azienda non per demeriti nostri, ma perchè ci impediscono di fare quello che sappiamo fare: coltivare la terra!”. Questo che ho voluto trascrivere integralmente è un manifesto, parole in libertà raccolte a microfoni spenti da un agricoltore, un nome tra tanti, che non ha importanza. Accanto a lui un amico in lacrime che biascicava un semplice “Non ce la facciamo più. Vogliamo solo lavorare, ma così ci uccidono”. Entrando nella protesta si capisce che non è solo una questione di punti programmatici da affrontare in un tavolo tecnico…ci sono lavoratori che si sentono schiacciati da un meccanismo più grande di loro. Serve una nuova visione per l’agricoltura che rimetta al centro le persone, senza cavilli e regolamenti. Occorre trattarli con dignità, il perchè lo spiega Lorenzo: “I prodotti della terra valgono meno dell’immondizia e non è una provocazione, è realtà.Ho venduto l’uva ad un commerciante 30 centesimi al kg. Dopo la raccolta ho dovuto adempiere ai miei doveri di proprietario terriero, smaltendo i rifiuti secondo legge. Ed io l’ho fatto. Ho pagato 30 centesimi al kg l’immondizia differenziata e 50 cntesimi quella non differenziata. Questa è la realtà e non c’è bisogno di aggiungere altro”.

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