Psr Sicilia, durerà fino al 2022 e si arricchisce di 660 milioni

Il Covid ha allungato la durata del Psr anche in Sicilia. Il vecchio strumento di programmazione per l’agricoltura siciliana, che già era il più ricco d’Italia con i quasi due miliardi e duecento milioni di dotazione finanziaria, ora si arricchisce per il biennio 2021 e 2022 di altri 660 milioni. È il risultato del rinvio deciso a Bruxelles circa l’adozione della nuova al 1° gennaio 2023: due anni di transizione in cui si spenderanno le risorse comunitarie con le vecchie regole, ma adottando già a partire dal 2021 in parte quelle nuove con riferimento al Green Deal e alla strategia “From farm to fork”.

 

Ciò che in Sicilia è stato deciso a proposito delle nuove risorse che   messe a disposizione del Psr 2014-2020 – pardon, 2014-2022 –  è stato esposto durante una conferenza stampa che si è svolta oggi, 25 novembre, a Palazzo d’Orléans presenti il presidente della Regione Nello Musumeci, l’assessore regionale all’Agricoltura Edy Bandiera e Dipartimento Agricoltura nonché Autorità di Gestione del Psr, Dario Cartabellotta.

 

«Con i nuovi fondi – ha detto l’assessore Bandiera – potranno scorrere le graduatorie di alcuni bandi emessi negli anni passati. Ma non solo. Saranno anche emessi nuovi bandi a partire dalle prime settimane del 2021». Tra questi c’è la misura 4.1 per gli investimenti aziendali e un altro bando per l’agricoltura biologica. Per venire incontro alle necessità del comparto florovivaistico particolarmente colpito dalla pandemia e, per le sue peculiarità, sempre penalizzato dai bandi del Psr destinati agli investimenti, è stato annunciato una specifica progettazione integrata di filiera (Pif) da 15 milioni di euro.

 

Una fetta consistente dei fondi aggiuntivi del biennio 2012-22 verrà poi destinata alla viabilità rurale. «Siamo consapevoli che Comuni ed ex Province non hanno sufficienti risorse per ripristinare l’importante reticolo di strade che permette di raggiungere i fondi agricoli», ha spiegato il presidente della Regione Nello Musumeci. Con questi 70 milioni di euro verranno fatte scorrere le graduatorie degli ultimi due bandi. Nel caso del primo bando (dotazione iniziale 20 milioni di euro) verranno finanziati i progetti fino alla posizione 108; scorrerà fino alla posizione 102 la graduatoria del secondo bando che poteva contare su una dotazione dei 50 milioni.

 

Ancora i giovani al centro dell’attenzione del governo regionale: «Per sostenere chi al di sotto dei 40 anni vuole intraprendere l’attività agricola – ha aggiunto Musumeci – abbiamo deciso di destinare altri 50 milioni di euro». Una parte verrà utilizzata per un nuovo bando per l’insediamento di altri 250 under 40, il resto per rimpinguare gli accantonamenti delle misure strutturali (6.4 a per agriturismo e 4.1 per gli investimenti). In questo modo potranno essere rimessi in gioco i giovani che hanno dovuto rinunciare all’insediamento perchè si era esaurita la dotazione della misura a cui faceva riferimento il loro progetto.

 

Buone notizie anche per chi ha partecipato al bando per il ripristino degli agrumeti colpiti da Tristeza e malsecco (misura 5.2). Con 25 milioni di euro potranno essere soddisfatte tutte le domande per un totale di 1600 ettari.

 

E mentre ancora si fa fatica a rispettare la scadenza dell’ultimo bando della misura 4.1, oggi ne è stato già annunciato un altro per il 2021 che avrà la dotazione di 50 milioni di euro. Qualcosa anche per la zootecnia: via libera a 20 milioni di euro per la Misura 14 su Igiene e benessere animale.

 

Quasi obbligata la scelta di destinare una buona fetta delle nuove risorse del Psr Sicilia all’agricoltura biologica (previsto un nuovo bando quasi sicuramente nel 2022) e all’agricoltura ecocompatibile. «In questo modo rispetteremmo le nuove regole del Green Deal che, valide anche in questa fase di transizione della Pac, impongono agli Stati europei di impegnare una parte consistente dei nuovi fondi in investimenti in materia di clima e ambiente» ha spiegato Dario Cartabellotta. Con 80 milioni di euro troveranno così copertura tutte le domande della misura 10.1 b (pagamenti per impegni agro-climatico-ambientali – metodi di gestione delle aziende eco-sostenibili). Si tratta delle aziende che – anche in assenza di premio – hanno confermato l’impegno a coltivare in modo ecosostenibile. Sono in totale poco meno di tremila per un totale di oltre 56 mila ettari. In questa logica rientra anche la decisione di destinare 25 milioni di euro per dare copertura alle domande presentate sulle misure agroecologiche (4.4 b,c,d).

 

E fin qui tutte le buone notizie. Ce n’è però una che preoccupa un po’. E riguarda la certificazione della spesa che, benché abbia superato (di poco) il miliardo di euro, non mette la Sicilia al sicuro rispetto al tanto temuto disimpegno. «Speriamo di farcela a spendere in tempo quanto richiede la Commissione Ue anche se la pandemia non aiuta: la crisi che ha innescato rende meno facili gli investimenti delle aziende e molti uffici comunali che devono fornire permessi sono irraggiungibili perchè in zone rosse», ha dichiarato l’assessore all’Agricoltura Edy Bandiera.

 

All’appello del Psr Sicilia mancano ancora 74 milioni di spesa afferente al Feasr che corrispondono a 122 milioni di spesa pubblica totale. Ma non tutto è perduto. Fino al 15 dicembre i progettisti lavoreranno con l’obiettivo di definire la “cantierabilità” dei progetti e fino al 31 dicembre all’assessorato Agricoltura faranno le umane e divine cose per emettere quanti più decreti di pagamento possibile. Insomma, la corsa contro il tempo è già cominciata.

 

Autore: Angela Sciortino

Fonte: Sicilia Verde Magazine

 

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