Agrisolare, per il SUD un mese per invertire la storia

Basteranno le misure PNRR dedicate ad energia solare e logistica a far recuperare il gap del SUD?

Le aziende agricole del Meridione ce la faranno a recuperare un gap importante nella produzione di energia solare in un solo mese? E’ questa la mia perplessità in merito all’aperta della finestra per presentare domande di aiuto a valere sulla misura del PNRR relativa al bando agrisolare (attiva dal 12 settembre al 12 ottobre). Secondo gli ultimi dati messi a disposizione dall’ISTAT nel 2020 e aziende attive nella produzione di energia in Italia sono 11.000, poco più di 8mila quelle attive nella produzione di energia solare. Di queste il 65% sono ubicate al Nord e il 35% al Sud, parliamo di 3mila aziende su 8mila. Questo nonostante il Meridione offra condizioni più vantaggiose per la produzione di energia solare, ma di fronte alla mancanza di capitali neanche la disponibilità di sole ha potuto rendere le nostre imprese più performanti in questo comparto.

Vero è anche che questo gap è stato ridotto negli ultimi due anni grazie al PNRR che è arrivato come una manna dal cielo, nello specifico con le due misure dell’agrisolare e agrivoltaico che andavano a finanziare l’installazione di pannelli sulle coperture e sui terreni coltivati. Basterà questo miliardo di euro ad invertire la rotta? A posteri l’ardua sentenza. Nel frattempo possiamo rilevare come il PNRR abbia per lo meno ri-attivato investimenti importanti come quello nei mercati al’ingrosso. Già nel 2022, la rete dei Mercati, secondo Italmercati, ha raddoppiato i propri investimenti rispetto al 2020, accelerando notevolmente il trend degli ultimi anni, un risultato anche trainato dalla possibilità di accesso ai fondi Pnrr. Gli investimenti abilitati dai fondi del Pnrr (con i 150 milioni di investimenti per i mercati agroalimentari all’ingrosso nella logistica agroalimentare) permetteranno la generazione di un giro d’affari aggiuntivo dell’ecosistema Italmercati (a parità di perimetro) pari a +2,8 miliardi di Euro annui entro il 2026 (il 28% in più dell’attuale giro d’affari), che si traduce in 1,5 miliardi di Euro di pil (inteso come Valore Aggiunto) aggiuntivo e circa 7.000 posti di lavoro abilitati. Da valutare l’impatto delle altre due misure della logistica agroalimentare (rivolte a imprese ed Autorità Portuali). Di sicuro la capienza di budget è insufficiente a recuperare un gap atavico del Meridione nel comparto dei trasporti e neanche la soglia di tutela del 40% delle risorse destinate al SUD può bastare a sopperire a decenni di immobilismo politico a danno del Mezzogiorno.

Aspettiamo dunque di valutare gli impatti reali di queste importanti misure del PNRR. Nel frattempo rimbocchiamoci le maniche e cerchiamo di sfruttare questi 30 giorni per attrarre sui nostri territori più investimenti possibili. Alla fine trarremo le somme.

Editoriale a cura di Donato Fanelli

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