Xylella, in 7 anni perse 500mila giornate di lavoro e 20mln di euro di retribuzioni

“In soli 7 anni nel Salento si sono perse più di 500mila giornate di lavoro agricolo per un valore più di 20 milioni di euro di retribuzioni, considerando il periodo tra il 2016 ed il 2022. Sono questi i trend che testimoniano quanto il lavoro dipendente nei territori colpiti dalla Xylella sia stato penalizzato: non a caso le diverse criticità hanno prodotto un calo nel numero di braccianti a livello regionale che si attesta sulle 30mila persone in meno”. Così esordisce il Segretario Generale della Uila Puglia, Pietro Buongiorno riflettendo sulla “questione Xylella”.
Il comparto agricolo, e quindi anche il lavoro agricolo, è stretto nella morsa tra cambiamenti climatici, siccità, eventi meteorologici estremi e fitopatie. La Puglia, ormai da oltre un decennio, convive con le fitopatie, ma i nuovi ritrovamenti di sottospecie della Xylella ci impongono anche una riflessione su come diversificare gli approcci nel contrasto al batterio. “Come organizzazione sindacale – continua Buongiorno- vogliamo scongiurare che ci siano altri impatti negativi sul mercato del lavoro dipendente che, in questi 10 anni, non è stato sostenuto dalle istituzioni con fondi ad hoc, com’è avvenuto con la parte datoriale interessata da misure nazionali specifiche, si pensi ai Contratti di Distretto del Cibo nelle zone colpite da Xylella, varati sin dal 2020, cui si associano sovvenzionati del Piano di Rigenerazione ed oggi le nuove risorse di cui si parla dal Fondo di Coesione. Da tempo – spiega il Segretario Generale Uila Puglia – rivendichiamo che anche i braccianti possano fruire di aiuti economici. Dopo l’ultima modifica legislativa, apportata con il cosiddetto decreto legge ‘Emergenze agricole’ n. 27 del 2019, i lavoratori agricoli si trovano privi di adeguata tutela. Avevamo richiesto, infatti, la modifica della legge 223/91 al fine di consentire ai lavoratori di presentare direttamente la domanda per l’accesso ai benefici previsti e che tale diritto non fosse condizionato alla comunicazione da parte delle imprese. Da anni abbiamo chiesto ai diversi Governi che si sono succeduti il riconoscimento di calamità a tutti gli eventi calamitosi o distruttivi della produzione e dell’occupazione, comprese le malattie epidemiche coinvolgenti uomini, animali e vegetali (COVID-19, Xylella fastidiosa, aviaria, ecc.)”. Così Pietro Buongiorno conclude: “Chiediamo più attenzione da parte del Governo nel predisporre strumenti di sostegno anche per il lavoro dipendente, bisogna riservare la stessa attenzione anche ai lavoratori di quelle imprese danneggiate che in questi anni hanno perso salario e prestazioni collegate”.
Oggi si parla di rigenerazione, diventa, pertanto fondamentale, realizzare nuovi impianti colturali che siano resistenti non solo alle fitopatie, ma anche agli stress idrici.
“La Puglia – argomenta Buongiorno- convive con un vero e proprio paradosso idrico, dilaniata da drammatici fenomeni siccitosi con danni stimati di oltre 70 milioni di euro all’anno per l’impatto devastante sulle produzioni agricole e sulla fertilità dei terreni; ed al contempo è colpita da alluvioni e piogge torrenziali che provocano allagamenti, ma non riescono a sopperire alla grave carenza di acqua. Serve sì una governance dell’acqua audace, ambiziosa e lungimirante, ma che possa anche “lavorare” sul presente per permettere al sistema agricolo nella sua interezza di continuare a performare sia sul lato produttivo che su quello della creazione di valore attraverso un lavoro etico, di qualità e di eccellenza che si possano distinguere sul mercato per i loro alti standard”.