Xylella fastidiosa su Vite: un incubo diventato realtà

In Puglia è  di nuovo allarme Xylella. Un allarme che non avremmo mai voluto urlare, un allarme che speriamo almeno questa volta venga ascoltato. Xylella ha colpito la Vite.

la storia di xylella fastidiosa su vite

Nel 1892 Newton B. Pierce isola il ceppo Xylella fastidiosa fastidiosa in California,  in quell’areale la malattia,  chiamata “Malattia di Pierce”, provoca ancora oggi  danni da 100 milioni di dollari e causa la distruzione di migliaia di ettari di vigneti.

Nel 2023  Xylella fastidiosa fastidiosa viene isolata per la prima volta in Europa, in Portogallo e l’apprensione  sale, si parla di “possibili gravi danni alla viticoltura europea” “Il settore vitivinicolo europeo è in allarme in quanto, se il batterio dovesse espandersi nelle regioni vocate alla viticoltura, potrebbe complicare ancora di più la difesa della vite”. 

Ed oggi purtroppo ci siamo, dopo un anno dall’isolamento di questa subspecie di Xylella fastidiosa, in Puglia, è stato identificato un focolaio nella provincia di Bari tra le campagne di Noicattaro, Capurso e Triggiano.  L’incubo è diventato realtà.

Si parla di misure di contenimento, queste prevedono l’estirpazione di tutte le piante infette e di tutte quelle non infette presenti nel raggio di 50 metri da quella trovata infetta in fase di campionatura. Per fortuna si parla anche di ristori destinati agli agricoltori che stanno per perdere i propri impianti. Saranno destinati  sessanta mila euro ad ettaro per i vigneti di uva da tavola, trenta mila euro/ha per i vigneti di uva da vino e trentaquattro mila euro/ha per le produzioni di vino DOC. 

I viticoltori però non sono tranquilli, la storia e la scienza ci insegnano che questo batterio, una volta insediatosi in un territorio è difficilissimo da eradicare. Due sono i fattori che rendono questo batterio così dannoso, il primo è che Xylella fastidiosa, con le sue diverse subspecie, può infettare oltre seicento specie differenti, di interesse agrario,  ornamentale e selvatico rendendone quasi impossibile il contenimento. Il secondo è il suo vettore Philaenus spumarius conosciuto anche come mosca sputacchina, specie polifaga senza particolari predatori naturali. 

Articolo a cura di Francesca Galizia