Xylella fastidiosa in frutticoltura: come affrontare la nuova emergenza

La seconda giornata dedicata a Xylella fastidiosa (Xf) ha avuto come tema centrale l’attuale situazione di Xf su fruttifere, una nuova emergenza da contenere, che bisogna assolutamente conoscere e sulla quale essere informati è un must.
Anche questo secondo seminario, come il primo, è stato suddiviso in due parti: una parte prettamente scientifica in cui professori ed esperti del settore hanno illustrato dettagliatamente il nuovo scenario delle subspecie fastidiosa e Multiplex; una parte tecnica dedicata agli operatori della filiera che hanno alimentato un dibattito costruttivo rispetto ai passi per essere parte attiva in questo processo di eradicazione del batterio dall’areale pugliese.
INTERVENTI SCIENTIFICI
Il convegno è iniziato con l’intervento del Dott. Donato Boscia, ex-ricercatore del Centro Nazionale di Ricerca (CNR), dal titolo “Xf: perché non va sottovalutata”.
Il dott. Boscia ha introdotto l’argomento con una panoramica sulla tematica: “Xf è un batterio da quarantena, noto per aver causato il disseccamento degli ulivi in Puglia negli ultimi 13 anni, e comprende diverse sottospecie con ospiti differenti”.
“Circa un anno fa, il 21 febbraio 2024, fu comunicato un atto dirigenziale che evidenziava la presenza in Puglia di sei mandorli infetti da Xylella fastidiosa fastidiosa. Sapendo che questa subspecie è in grado di infettare anche la vite, sono stati effettuati dei controlli anche su alcuni ceppi che sono risultati positivi”.
Cosa causa la presenza di questo batterio su vite? Causa la Malattia di Pierce, una patologia vegetale che colpisce la vite con causa esiziale, descritta per la prima volta negli stati Uniti nel 1892.
La sintomatologia che si riscontra su vite è varia:
- Avvizzimento e disseccamento delle foglie, che in alcuni casi cadono senza il picciolo, che quindi resta attaccato al sarmento. Questo sintomo prende il nome “matchsticks”;
- Eterogenea lignificazione del sarmento, il quale appare in alcune porzioni ancora verde.
I sintomi comportano una perdita generale del vigore, determinando nel breve periodo un avvizzimento dapprima di una parte e, a poco a poco, di tutta la pianta.
Il dott. Donato Boscia racconta che gli interventi effettuati in questo anno sono stati molteplici, è stata campionata gran parte della zona adiacente i ritrovamenti, per circoscrivere l’area colpita, raccogliendo ed esaminando circa 45 mila campioni.
“Dalle indicazioni preliminari si osserva una significativa differenza tra le diverse varietà”, osservazioni che dal punto di vista scientifico sono di fondamentale importanza. È stato infatti già avviato un programma di sperimentazione in serra volto a verificare la suscettibilità e la resistenza di diverse varietà e anche specie appartenenti al genere Vitis. Le sperimentazioni, continua il Dott. Boscia, dovrebbero nel caso di vite essere di più rapida conduzione poiché, mentre su olivo il tempo di latenza tra inoculo e comparsa dei sintomi può arrivare ad estendersi anche per due anni, nel caso di vite questo si contrae a due settimane.
2° intervento: Professor Daniele Cornara (Professore di Entomologia agraria) titolo “Chi fa muovere Xylella? Insetti vettori: dove trovarli e come controllarli”
“Sono due le specie che sembrano coinvolte nella trasmissione di Xf su mandorlo e su vite. Il primo è Philaenus spumarius, ormai noto a tutti, il secondo è Neophilaenus campestris”.
In particolare, il Neophilaenus campestris pare acquisisca il batterio da alberi di mandorlo, per poi trasmetterlo sia ad altri mandorli ma anche a viti; il Philaenus spumarius, invece, è un vettore dedicato alla sola trasmissione da vite a vite.
Cosa è importante sapere sulla trasmissione dei vettori? Il Professor Cornara ci spiega che la probabilità che il batterio venga trasmesso dall’insetto è legato sia all’efficienza di trasmissione ma anche alla attività del vettore, ossia il numero degli insetti presenti sulla pianta per il tempo che l’insetto passa su di essa. Ha inoltre affermato che “Philaenus spumarius ha un’efficienza di trasmissione del 20% che noi riteniamo alta”.
I punti da cui è fondamentale partire per controllare i vettori riguardano la numerosità degli stessi ed il tempo necessario affinché la trasmissione avvenga. Diversi studi hanno affermato che affinché il batterio venga trasmesso è necessario che il vettore passi sulla pianta un tempo che va da tre a sessanta minuti.
Ad oggi le procedure che vengono messe in atto per il controllo del vettore sono:
- Lavorazioni del terreno per limitare la numerosità del vettore durante gli stadi giovanili;
- Trattamenti con insetticidi durante lo stadio adulto.
Le linee di ricerca che stanno perseguendo in questo momento, spiega il Prof. Cornara, hanno lo scopo di migliorare le conoscenze che abbiamo rispetto ai vettori.
Le domande che la comunità scientifica si è posta sono:
- Cosa rende l’ambiente favorevole per l’insetto?
- Cosa rende attrattiva la pianta e come viene localizzata dal vettore?
- Cosa fa in modo che la permanenza dell’insetto sulla pianta sia tale da consentire la trasmissione del batterio?
Per questo, diversi sono gli studi in atto in questo momento.
“Il Philaenus sembra avere delle preferenze, legate ad alcune caratteristiche spettrali della pianta che la rendono meglio individuabile rispetto ad altre. Alcune piante, inoltre, contengono all’interno dello xilema dei metaboliti particolarmente attrattivi per il vettore, con Ogliarola che sembra avere caratteristiche chimiche più attrattive rispetto a Leccino”. “L’insetto, inoltre, vede a colori e riesce a discriminare le diverse cultivar in funzione delle loro caratteristiche spettrali e di come sono in grado di polarizzare la luce”.
“Un’altra linea di ricerca riguarda l’impatto delle sostanze chimiche utilizzate su olivo che impattano sulla trasmissione del batterio. Alcune sostanze chimiche infatti non uccidono ma riducono, o aumentano, il rischio di trasmissione del batterio.”
Sul controllo biologico, si stanno sviluppando due progetti con l’università di Torino: il primo, basato sull’utilizzo di entomopatogeni che indirettamente possono ridurre l’attrattività delle piante di interesse per Philaenus; Il secondo invece incentrato sulle vibrazioni prodotte da formiche e da ragni che interferirebbero con l’interazione pianta-vettore.
3° Intervento: Dott.ssa Anna Percoco (DIPARTIMENTO AGRICOLTURA). titolo “Le misure fitosanitarie per eradicare Xylella fastidiosa subspecie fastidiosa”
“La Xff è stata rilevata poiché nella nostra regione è sempre stato effettuato il monitoraggio dei vettori, anche nelle aree indenni”. La dott.ssa Percoco evidenzia come il Dipartimento Agricoltura, insieme agli enti di ricerca, investe risorse ogni anno per combattere questo patogeno.
“Nel 2023 in tutto il territorio regionale sono stati individuati 190 siti. Di tutti gli insetti catturati e saggiati, 13 sono risultati infetti nell’areale di Triggiano. A Gennaio 2024 si è proceduto con il campionamento di tutte le specie ospiti della zona di ritrovamento di questi vettori risultati positivi: sono stati campionati olivi, mandorli, piante della macchia mediterranea, piante ornamentali. Da questo campionamento sei mandorli sono stati trovati infetti da fastidiosa fastidiosa”.
Il passo successivo è stato rispondere alla domanda: Ma quanto è estesa la zona infetta?
La dott.ssa Percoco ci spiega che è stato effettuato un monitoraggio capillare, non solo degli appezzamenti coltivati, ma anche di aree abbandonate e di giardini presenti in tutta la zona. Il risultato è stato il ritrovamento di tutte e tre le sottospecie di Xylella (pauca, fastidiosa e multiplex) che hanno portato alla costruzione di una mappa dettagliata della zona.
“A novembre 2024, 44 mila piante sono analizzate, trovando 406 positivi, di cui 339 a fastidiosa fastidiosa, 58 a multiplex e 9 a pauca (di cui 6 sono olivi). Di questi 406 alberi la maggior parte sono mandorli, perlopiù non produttivi e in stato di semi abbandono, mentre nei giovani impianti di mandorlo non abbiamo trovato nulla”
La vite è risultata la seconda specie arborea in termini di numerosità.
“Abbiamo estirpato immediatamente le piante infette, mentre l’attività di estirpazione dei 50 metri di cuscinetto dalla pianta trovata infetta è tuttora in atto”. Questa “lentezza” nell’estirpazione nei 50 metri è dovuta al fatto che il territorio di Rutigliano in particolare è un territorio molto frammentato, con una estrema difficoltà nel contattare i proprietari delle singole parcelle.
Per rafforzare gli interventi e fare in modo di ottenere i risultati sperati è stato aggiunto all’atto dirigenziale una indicazione derivante da EFSA, la quale consiglia l’estirpazione delle piante presenti nell’area di 400 metri dalla pianta risultata infetta. Queste misure di eradicazione più stringenti sono su base volontaria ma sono estremamente consigliate, inoltre tutta la superficie estirpata viene indennizzata. “Gli agricoltori stanno rispondendo positivamente a queste indicazioni poiché hanno capito che l’eliminazione del batterio è fondamentale per l’economia del settore, un luogo dichiarato indenne è un luogo dove si può impiantare nuovamente anche la vite”. La dott.ssa Percoco sottolinea che “questa area è fondamentale per il comparto viticolo”.
Un altro aspetto da sottolineare è il ruolo, in questo scenario, del comparto vivaistico che è stato interamente sottoposto a verifica.
“Con il supporto del CNR ci siamo dotati di un protocollo per poter campionare la vite in tutta la filiera vivaistica dalle fonti primarie ai vivai commerciali”. Nell’ultimo trimestre del 2024 tutta la filiera vivaistica è stata sottoposta a monitoraggi: “In tre mesi sono state campionate otre 11 mila piante. Il risultato è che i campioni distribuiti nelle diverse province hanno riportato zero piante infette. Questo vuol dire che la filiera vivaistica pugliese è sana”
Concludendo, la Dott.ssa Percoco ci ricorda due aspetti fondamentali. Il primo riguarda l’importanza della lotta al vettore: “gli strumenti che oggi abbiamo sono due, le lavorazioni nelle fasi giovanili ed i trattamenti negli stadi adulti. La lotta al vettore è fondamentale per limitare la diffusione di Xylella.” Il secondo aspetto riguarda il comparto olivicolo: “un aspetto di fondamentale importanza per il comparto olivicolo è che Xff e Xfm non hanno come specie ospite olivo.”
INTERVENTO TECNICO: Dott. Luigi Catalano (Agrimeca consulting & Fruit Consulting) titolo “Gestione e pratiche agronomiche corrette per prevenire e contrastare la diffusione del batterio”
“Dobbiamo riscoprire le buone pratiche agricole che spesso dimentichiamo”ci dice subito il dott. Luigi Catalano
Il settore viticolo è stato nel corso di questo seminario spesso definito “vivace”, la tendenza degli agricoltori a reperire materiale vegetale non dai vivai bensì da appezzamenti vicini è nota a tutti, il Dott. Catalano è su questo che pone l’attenzione, ed è dalle buone pratiche agricole che si deve ripartire per tutelate il comparto viticolo e la reputazione di questo nel mondo.
“Per tutte le specie vegetali è obbligatorio il passaporto delle piante, questo ha una funzione strategica, attesta che il vivaio che ha autorizzato l’emissione del prodotto si trova in un’area che è stata sottoposta al monitoraggio dalle autorità fitosanitarie e che non vi sono organismi nocivi da quarantena in quell’area”, questo documento è dunque una garanzia!
Attualmente in Italia vi sono tre livelli di qualificazione dei materiale di propagazione:
- CAC (Conformitas Agraria Comunitatis) è un livello obbligatorio ed è una certificazione di processo, il quale attesta un livello di sanità e di corrispondenza varietale di cui è responsabile il vivaista sotto il controllo del servizio fitosanitario competente
- Certificato europeo, livello volontario a cui l’Italia ha aderito, è una garanzia aggiuntiva
- QVI, emesso da centri specializzati in differenti regioni sotto il controllo del servizio fitosanitario regionale sotto la supervisione del ministero
Pertanto affidarsi ai vivai è la prima arma che abbiamo per limitare l’ulteriore diffusione del batterio, il Dott. Catalano accenna poi alle tecniche agronomiche utili per il contenimento del vettore e passa in seguito ad illustrarci la necessità di avviare dei programmi sperimentali per valutare la risposta delle diverse cultivar al batterio, sono necessari programmi di miglioramento genetico ed è necessario anche in questo caso fare sistema e coinvolgere tutte le realtà esistenti nel territorio e non solo, con lo scopo di raggiungere un obiettivo comune.
TAVOLA ROTONDA: “Come reagisce il settore, strumenti per la ripartenza”
I vivaisti Luca Fortunato, Vito Spinelli e Valentino Murciano riprendendo l’intervento di Catalano ricordano quanto sia fondamentale il recupero di materiale vegetale certificato, per dare valore ad un comparto che esiste ed è forte di esperienza e di ricerca ma anche per avere una garanzia di qualità rispetto ai materiali che si portano in campo.
“Invitiamo gli osservatori a venire presso le nostre strutture a garantire la sicurezza dei nostri materiali, noi non siamo meri venditori di piante noi portiamo avanti una filiera”
“Il vivaismo che noi conduciamo è fortunatamente un vivaismo riconosciuto a livello nazionale ed internazionale, quello che non vogliamo fare è dislocare l’attività”
“Noi per primi siamo disposti ad investire nella ricerca per limitare l’avanzata del batterio con lo scopo di limitare i danni a tutto il comparto”.
“Chiediamo a chi opera nel territorio di essere attenti e vigili e di segnalare eventuali piante infette per evitare che il batterio continui a diffondersi, questa nuova emergenza se sottovalutata si ripercuoterà in maniera trasversale su tutta la filiera, dal comparto vivaistico al comparto produttivo.”
L’ultimo intervento è di Massimiliano Del Core , presidente CUT, il quale manifesta la consapevolezza dei produttori di essere l’anello centrale in questo momento, la parte che può agire concretamente per il contenimento di Xylella fastiosa subspecie fastisiosa.“Il comparto dell’uva da tavola pugliese è estremamente affermato nel mondo produttivo e questo ci lascia la consapevolezza di doverlo preservare questo nostro patrimonio”.
Conclusioni
In questo primo incontro molti sono stati i temi affrontati ma le domande che ci poniamo sono ancora molte:
È possibile eradicare completamente Xylella fastidiosa subspecie fastiodiosa e Xf multiplex?
I programmi di sperimentazione in atto e di miglioramento genetico saranno in grado di produrre delle risposte valide per l’areale pugliese?
Il comparto viticolo sarà in grado di fare la sua parte nella lotta al batterio?
Articolo a cura di Francesca Galizia e Francesco Maldera