· · ·

“Vinitaly Special Edition” 2021 segnale di ripartenza del business e della promozione del vino italiano

Il vino italiano sembra avere superato il momento nero causato dal Covid: lo dicono i numeri dell’export e lo certifica Vinitaly, che con la Special Edition svoltasi a Verona dal 17 al 19 ottobre è tornato a riaprire i battenti dopo oltre due anni dall’ultima edizione reale, quella del 2019.

Il vino italiano sembra avere superato il momento nero causato dal Covid: lo dicono i numeri dell’export e lo certifica Vinitaly, che con la Special Edition svoltasi a Verona dal 17 al 19 ottobre è tornato a riaprire i battenti dopo oltre due anni dall’ultima edizione reale, quella del 2019.

Un’edizione riservata agli operatori che, come ha sottolineato il presidente di Veronafiere, Maurizio Danese, ha registrato «un risultato al di sopra delle nostre aspettative. Aziende, consorzi, associazioni agricole e di filiera e operatori hanno premiato il progetto di questa iniziativa business che ha registrato un elevato tasso di contatti e di vendite, oltre a un indice di soddisfazione unanime».

Il bilancio della tre giorni parla di oltre 12.000 operatori professionali, più di 2.500 buyer e 60 nazioni rappresentate.
Ora l’appuntamento è dal 10 al 13 aprile 2022 per la 54^ edizione di Vinitaly, che registra già il sold out.

E se Verona torna ad essere la «casa» del vino italiano, il settore vitivinicolo nazionale mostra già di essere in buona salute: in base ai dati elaborati dall’Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor sui primi otto mesi del 2021 – presentati nel corso del convegno inaugurale di Vinitaly Special Edition – il mercato è decisamente ripartito, con l’export che ha superato in molti mercati i valori del 2019.

Si registra una crescita in cinque dei principali mercati di destinazione (Cina +49,2%, Regno Unito +4,3%, Canada +13%, Giappone +1,5%, Russia +13%) su otto presi in esame.

Inoltre, fra gennaio e agosto gli acquisti cumulati di vino italiano negli Usa hanno raggiunto 1,3 miliardi di euro contro 1,1 miliardi di due anni fa; in Svizzera i valori hanno toccato i 267 milioni contro i 225 milioni del 2019; in Corea del Sud la crescita è addirittura del +123%.

Quella vitivinicola è una filiera in espansione sui mercati esteri e si consolida fra le più strategiche e competitive in tutto l’agroalimentare italiano, con il sistema del vino che è focalizzato su alcuni grandi mercati target, dove si concentrano gli affari delle più strutturate realtà vitivinicole italiane.