Una messa a fuoco nel settore Zootecnico… dati Eurostat alla mano
Eurostat, l’Ufficio statistico dell’Unione europea che raccoglie ed elabora dati provenienti dagli Stati membri dell’Unione europea a fini statistici, ha recentemente pubblicato la seconda edizione del “Key figures on the European food chain”, un elaborato di dati recenti dai settori delle statistiche sull’agricoltura e sulla pesca.
La pubblicazione è suddivisa in dieci capitoli, che forniscono fatti e cifre su aziende agricole, agricoltori, produzione agricola e prezzi, performance economica del settore agricolo, attività di pesca, trasformazione di alimenti e bevande, commercio, distribuzione, attività all’ingrosso e consumo di alimenti e bevande.
Da una prima messa a fuoco del settore zootecnico è emerso che L’UE ha introdotto una serie di normative che coprono in parte la tracciabilità del bestiame, come risposta a vari problemi di sicurezza alimentare.
Per la maggior parte delle specie animali, questa tracciabilità riguarda un sistema di identificazione (solitamente attraverso marchi auricolari o tatuaggi) abbinato ad un registro nazionale che ne registra, in maniera dettagliata, gli animali che vengono allevati, detenuti o manipolati in ogni fase della catena alimentare.
Fino alla fine del 2021 all’interno dell’UE i dati riportano che si contavano 142 milioni di capi di suini, 76 milioni di capi di bovini (come bovini o bufali) e una stima di 71 milioni di capi ovini e caprini negli allevamenti.
Tutto questo ha evidenziato un calo della popolazione di animali da reddito in tutta l’UE, tra il 2001 ed il 2021, di circa l’11,5 % passando da 326 milioni a 289 milioni. I maggiori cali si sono registrati soprattutto nel numero di ovicaprini.
Ma come sono distribuiti gli allevamenti di bestiame in tutta Europa?
La Spagna ha allevato un quarto dei suini (24,3%), degli ovini (25,1%) e dei caprini (22,7%) dell’intera UE.
La Grecia si è guadagnata il primo posto nell’allevamento di caprini (24,9%) e si è posizionata al terzo posto della classifica Europea con l’allevamento di ovini (12,1%).
La Francia ha preso il primo posto per l’allevamento dei bovini (22 ,9%) e ha visto un quarto posto per l’allevamento di ovini (11,7%), caprini (12,2%) e suini (9,1%).
A seguire la Francia per il maggior numero di bovini allevati vi è l’Irlanda, mentre a seguire la Grecia con il maggior numero di caprini vi è la Romania.
L’Italia si è guadagnata il quinto posto con ovini e caprini.
L’indice di densità zootecnica, ovvero l’unità di bestiame adulto per ettaro di superficie agricola utilizzata ha riportato che, le più alte densità di bestiame nel 2020 tra gli Stati membri dell’UE sono state registrate nei Paesi Bassi (3,4 unità di bestiame per ettaro di superficie agricola utilizzata), Malta (3,3) e Belgio (2,7).
Al contrario, l’allevamento del bestiame era relativamente esteso in Romania, Slovacchia, Stati membri baltici e Bulgaria, con un massimo di 0,3 unità di bestiame per ettaro.
Una misura della dimensione dell’azienda zootecnica può essere definita come il numero di unità di bestiame per allevamento di bestiame.
Le dimensioni medie più elevate tra gli Stati membri dell’UE nel 2020 sono state in Danimarca, con una media di 243 capi di bestiame per azienda, nei Paesi Bassi (199) e Belgio (168). In altre nazioni come Slovenia, Lituania, Croazia e Romania (dove tende a prevalere l’allevamento di semisussistenza in aziende relativamente piccole) c’erano al massimo 10 unità di bestiame per allevamento.
In base a questi sugli allevamenti si è anche riusciti a risalire a chi sono i maggiori produttori di carne in e chi sono invece i principali produttori di latte in tutta l’UE.
Nel 2021, poco più di un quinto (22,1 %, o 5,2 milioni di tonnellate) di carne suina dell’UE proveniva dalla Spagna, con una simile contributo della Germania (21,2 %);
Il più alto livello di produzione di carne di pollame era in Polonia (19,2% del totale dell’UE, o 2,5 milioni di tonnellate), mentre la Francia (12,5 %), la Spagna (12,3 %), Germania (12,0 %) e Italia (10,4 %).
Poco più di un quinto di tutta la produzione di carne bovina Europea proveniva dalla Francia (20,9%, o 1,4 milioni di tonnellate), seguita dalla Germania (15,8 %), Italia (11,0 %), Spagna (10,6%) e Irlanda (8,7%).
La Spagna ha avuto la quota più alta di produzione di carne ovina (28,0 %, o 120 mila tonnellate), mentre la maggior parte delle produzioni rimanenti nell’UE proveniva da Francia (19,0 %), Irlanda (14,8 %) e Grecia (12,0%).
Nel 2021, la produzione di latte crudo nelle aziende agricole dell’UE è stata stimata in 161,0 milioni tonnellate; ciò rappresenterebbe un modesto aumento di 0,7 milioni di tonnellate (o 0,4%) rispetto all’anno precedente. La stragrande maggioranza della produzione di latte crudo nell’UE viene consegnato ai caseifici; solo 10,4 milioni di tonnellate sono state utilizzate negli allevamenti, consumato dalla famiglia dell’agricoltore, vendute direttamente ai consumatori, utilizzate come mangime o trasformati direttamente. Dei 150,7 milioni di tonnellate di latte consegnate ai caseifici, 146,5 milioni di tonnellate erano latte di vacca, il resto era latte di altri animali: pecore (pecore), capre e bufale.
I principali prodotti lattiero- caseari sono latte alimentare, siero di latte (un sottoprodotto nel fabbricazione di formaggio), burro e formaggio. La Germania aveva il più alto livello di produzione per tutti e quattro questi prodotti nel 2021: 16,5 milioni di tonnellate di siero, 4,4 milioni tonnellate di latte alimentare, 2,4 milioni di tonnellate di formaggio e 391 mila tonnellate di burro.
Gli altri principali Stati membri produttori dei principali prodotti lattiero- caseari erano: Francia (1,9 milioni di tonnellate, pari a circa il 18 % del totale dell’UE), Italia (1,4 milioni di tonnellate; 13 %) e Paesi Bassi (954 mila tonnellate; 9 %). I Paesi Bassi hanno avuto il secondo più alto livello di produzione di siero di latte (8,7 milioni di tonnellate), mentre 276 mila tonnellate di burro sono stati prodotti in Irlanda (il terzo valore più alto tra Stati membri dell’UE).