Tutti in apprensione per la filiera dell’olio… e siamo solo all’inizio

Come avevamo anticipato nello scorso numero la filiera olivicola è in forte apprensione per la campagna in corso di svolgimento, nonostante dovremmo essere alle battute iniziali. Tuttavia le cose non stanno andando come quasi tutti si auspicavano in estate. Il comparto, ormai stretto nella morsa tra Xylella e calamità (gelate, alluvioni e siccità) è in forte difficoltà per l’aumento dei prezzi di concimi, anticrittogamici, irrigazioni di soccorso, gasolio ed elettricità, saliti in maniera sproporzionata ed insostenibile. Il colpo finale per produttori e frantoiani potrebbe essere inferto dai prezzi in caduta libera (sia delle olive che dell’olio) e dalle rese bassissime (nella BAT parliamo di rese che non si scostano dal 12%, rispetto al 15% di media degli scorsi anni).

Nei numeri precedenti, la nostra redazione aveva colto i malumori soprattutto dei frantoiani che per la prima volta si erano uniti (insieme alle sigle che rappresentano le loro istanze) sotto la richiesta di “quotare le olive a dopo la frangitura” (volontà rimasta solo sulla carta). Oggi c’è la conferma, fornita da FIOQ e AIFO, che si trattava di una “provocazione circostanziata” per lanciare un grido di allarme, ribadita dalla volontà dei trasformatori di “fare squadra” con l’anello della produzione, perché a rischiare il collasso è tutto il comparto. Come sostiene Riccardo Guglielmi (FIOQ) la crisi della filiera olivicola “è iniziata a gennaio 2021 quando le aziende olearie con la scusa della pandemia non hanno più comprato olio italiano dalla produzione…..per comprarlo a luglio a 100 euro in meno”.

Ora sono le associazioni di categoria dei produttori che scendono in campo in maniera decisa e, anche se giustamente non forzano la mano visto il periodo, già si stanno attivando per sentire la base e monitorare dinamiche poco “chiare” che stanno comunque condizionando il mercato. Come, giustamente, sostiene il direttore di Confagricoltura Bari-BAT Vincenzo Villani, le stime produttive sia a livello nazionale che europeo non registrano quantitativi elevati: per le leggi di mercato ciò dovrebbe far aumentare i prezzi che, evidentemente, diminuiscono nonostante la qualità del prodotto sia più che tangibile. Coldiretti Puglia parla di un calo del 30% di olive prodotte in Puglia rispetto alle medie produttive storiche (145 milioni di kg contro le medie storiche di 200 milioni di kg).

Ecco, dunque, che si chiede la sponda della politica, non prima di aver mobilitato il mondo produttivo. Non a caso se la CIA chiede alla Regione Puglia la convocazione di un tavolo di crisi “per trovare soluzioni e misure attraverso le quali aiutare le aziende olivicole pugliesi ad andare avanti”, Confragricoltura organizza, invece, per il 19 novembre un convengo dal titolo LA RIFORMA DELLA PAC POST – 2020, LA CLASSIFICAZIONE DEGLI OLI, I CONTROLLI,  LA TUTELA DEI MARCHI ED IL MERCATO”, ma dal sottotitolo fortemente evocativo ed impattante: “Evitare la definitiva distruzione dell’olivicoltura pugliese la definitiva distruzione dell’olivicoltura pugliese”.

Intanto le piazze già vengono mobilitate. Venerdì al grido di “non svendiamo il nostro oro” decine di agricoltori si sono radunati ad Andria per ribadire che “non intendono stare a guardare”… evidentemente che il mercato crolli a picco.

Le risposte dei rappresentanti delle sigle datoriali testimoniano una convergenza di vedute, seppur con un approccio diverso. Più cauto l’atteggiamento di Unaprol, ma attento a “monitorare la situazione costantemente”, in attesa di un cambio di passo negli scambi. Un aspetto da attenzionare è sicuramente quello della mancanza di manodopera, sottolineata sia da Unaprol che dalla CIA.

Tanti sono quindi i segnali di allarme per una filiera che, anche quest’anno, sarà costretta a giocare in difesa e a combattere per spuntare un prezzo (sia delle olive che dell’olio) che permetta di coprire almeno i costri di produzione.

Siamo, quindi, lontani dall’obiettivo di valorizzare un prodotto d’eccellenza.

A cura della redazione di Foglie TV

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