Suolo e acqua, due risorse da valorizzare per assicurare la produzione e la sostenibilità
Tra l’acqua e il suolo si instaura da sempre una relazione profonda che costituisce “le fondamenta dei nostri sistemi agroalimentari, del nostro ambiente e della nostra stessa esistenza” (Qu Dongyu, Direttore Generale FAO). La connessione tra i due “elementi” è alla base dei processi produttivi e della sostenibilità, e comprende implicazioni importanti in termini di degrado e conservazione delle risorse, con evidenti implicazioni nella fertilità dei terreni. Ad esempio, la siccità influisce e rafforza il fenomeno dell’erosione del suolo: in Italia si perdono ogni anno circa 10 tonnellate di suolo fertile per ogni ettaro e, complessivamente, 360 mila tonnellate di carbonio.
Secondo le stime della FAO, a livello mondiale l’agricoltura attualmente è responsabile del 72% del consumo di acqua dolce. Con il crescere della popolazione mondiale, si stima che la richiesta d’acqua per questo settore aumenterà di un ulteriore 35% entro il 2050. Parallelamente a queste stime, le attuali tendenze climatiche mostrano un aumento diffuso di fenomeni di siccità (+29% dal 2000) e di eventi calamitosi come alluvioni, inondazioni e piogge intense. A livello globale, circa l’11% delle attuali superfici coltivate potrebbero essere vulnerabili alla riduzione della disponibilità di acqua e perdere parte della loro capacità produttiva (con Africa e Medio Oriente, Cina, Europa e Asia particolarmente a rischio).
Come conseguenza di una prolungata scarsità d’acqua, i territori possono andare incontro a processi di degrado del suolo fino ad arrivare alla desertificazione dello stesso. In Europa, dal 2008 si osservano processi di desertificazione sia nei paesi del Mediterraneo che dell’Europa centrale e orientale. La desertificazione non causa soltanto la perdita di fertilità del suolo, mettendo a rischio la sicurezza alimentare, ma provoca anche un impoverimento della biodiversità nel terreno e in superficie, contribuisce al cambiamento climatico a causa della perdita di carbonio dal suolo e causa indigenza e problemi di salute, che a loro volta sono motori di flussi migratori.
Proprio il suolo è la seconda grande risorsa da proteggere e valorizzare, insieme all’acqua. Il suolo è una risorsa non rinnovabile che fornisce numerosi servizi ecosistemici (cibo, materie prime, prodotti vegetali per abbigliamento e costruzione, legno, piante medicinali). Nel suolo avvengono i processi biologici, chimici e fisici che consentono la vita di vegetali e animali. Anche in questo caso, l’attività dell’uomo sta minando la qualità dei suoli e la crisi climatica ne rafforza gli effetti negativi.
I suoli si stanno degradando a causa di fenomeni come l’impermeabilizzazione, la contaminazione e lo sfruttamento eccessivo, combinati con l’impatto del cambiamento climatico e degli eventi meteorologici estremi I suoli degradati riducono la fornitura di servizi ecosistemici, il cui valore è stimato in Europa pari a circa 50 miliardi di euro all’anno.
A livello globale, il 70% delle aree libere da ghiacci è stato alterato dall’attività antropica e si prevede che entro il 2050 questa quota possa raggiungere il 90%. In Europa, oltre il 60% dei suoli è classificato come non in buono stato, mentre in Italia il 25% del terreno è altamente degradato. Nel nostro paese, i suoli agricoli soffrono di erosione (80% dei terreni agricoli), eccessiva presenza di azoto (23% dei suoli agricoli), salinizzazione (7%), perdita di carbonio organico, compattazione e contaminazione (principalmente rame e mercurio).
Tali problematiche cominciano a essere considerate anche a livello istituzionale. Tuttavia, gli Stati dovrebbero impegnarsi ad adottare misure a lungo termine appropriate per prevenire e mitigare il degrado, garantendo un’applicazione estesa dei piani di gestione della siccità e a una gestione sostenibile del suolo. A livello europeo, esistono politiche che tutelano le risorse idriche sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo (Direttiva quadro sulle acque (2000/60/CE), Piano per la salvaguardia delle risorse idriche europee) e all’interno delle condizionalità legate ai pagamenti diretti della PAC, vengono inclusi criteri che riguardano l’acqua. Inoltre, il tema acqua è fortemente presente anche negli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 (obiettivi 3, 6, 15).
Per quanto riguarda il suolo, attualmente non esiste una legislazione europea specifica sul suolo, ma la Commissione europea ha presentato la Strategia dell’UE per il suolo per il 2030, che mira ad affrontare le principali minacce al suolo (come erosione, inondazioni e frane, perdita di materia organica, salinizzazione, contaminazione, compattazione, impermeabilizzazione, perdita di biodiversità ecc.) e fornisce un quadro giuridico per gli stati membri per contribuire a ottenere suoli sani entro il 2050. Anche per il tema suolo, si fa riferimento nelle condizionalità della PAC e nell’Agenda 2030 (obiettivi 2, 3, 15).
Soddisfare le esigenze idriche in modo sostenibile è pertanto possibile solo sfruttando al meglio ogni quantità disponibile (concetto sintetizzabile nell’espressione more-crop-per-drop). Miglioramento genetico e innovazione tecnologica (dall’irrigazione di precisione, all’uso di droni, all’impiego di modelli previsionali), accompagnati da un fondamentale progresso delle tecniche agronomiche, possono portare soluzione concrete a supporto dell’attività agricola, per garantire produzione e sostenibilità.