Sulle quotazioni di olio c’è già bagarre. Guglielmi: “temiamo la speculazione ed il lassismo delle istituzioni sul limite minimo di steroli. La filiera dell’evo 100% italiano e’ solo sulla carta”
Lo avevamo capito da tempo: il gioco è partito. Un editoriale a cura di Donato Fanelli sul nostro giornale titolava: la speculazione inizia già dai dati e dalle previsioni contestate e/o contestabili.
In quell’articolo Fanelli giustamente sciorinava numeri che, col senno di poi, risultano ancora veritieri: “Importanti player della produzione italiana affermano che in media l’Italia avrà un decremento produttivo del 50%, in Puglia si sfiorerà il -70% o anche il -80% rispetto alla precedente annata. La produzione italiana potrebbe assestarsi sulle 130mila tonnellate. Anche quest’anno, sommando la produzione di tutti i paesi produttori non si dovrebbero raggiungere le 3 milioni di tonnellate che è il fabbisogno mondiale di olio”.
E quindi il nostro editore si chiedeva: perchè tutti sanno questi trend e nessuno ne parla?
La risposta è arrivata poco più di una settimana fa con l’intervista di un imprenditore che rappresenta un marchio storico che presagiva, in barba a tutte le proiezioni, un calo delle quotazioni dell’olio spagnolo dai 7 euro ai 4. E mentre tutti parlano di una produzione mondiale sotto le 3 mln di tonnellate, lui è l’unico che vede una produzione extra da oltre 3,5 mln di tonnellate.
Chiaramente una previsione che poteva e può ancora oggi innescare un effetto domino. Da settimane i commercianti battono le principali regioni italiane divulgando il verbo “i prezzi scenderanno”, innescando timori e paure alla stipula di contratti alle attuali quotazioni. Paura confermata da uno dei principali operatori, Riccardo Guglielmi della FIOQ (Frantoiani Italiani Olio di Qualità) che afferma: “Nei giorni scorsi abbiamo tenuto una riunione con i soci e c’è grande allarmismo. Siamo imprenditori, ma siamo anche agricoltori quindi conosciamo le trappole che il comparto ci riserva. Pagare olive ad un prezzo alto affrontando il futuro con mille incognite non ci lascia tranquilli. Questa è una annata di scarico e le quotazioni dovrebbero mantenere. Tuttavia la speculazione in questi anni ha affinato le sue armi con una sinergia tra commercianti e grande industria di trasformazione ben oliata (scusate il gioco di parole, ndr) che rischia di stritolare i piccoli frantoiani. Ormai interpretare le dinamiche del settore è sempre più difficile perché gli attori sono plurimi e ci sono grandi gruppi con una potenza di fuoco enorme, penso ai fondi di investimento entrati con prepotenza nella partita. Resto rammaricato – conclude Guglielmi- perché la filiera italiana dell’olio extravergine di oliva resta e resterà sulla carta. Non si è mai voluto fare realmente squadra ed ognuno tira acqua al suo mulino. Da decenni tentiamo di fare capire all’agricoltore che il frantoiano è il vero garante della qualità e dell’equità della catena del valore tra i vari anelli. Mentre si continua a dipingere la categoria come lo speculatore di turno, quando la speculazione viaggia su altri livelli. Non c’è un controllo serio sulle dinamiche di prezzo e questo danneggia tutti i piccoli che sono poi coloro che, realmente, coltivano e trasformano l’olio evo di qualità 100% italiano. Però continuiamo a privilegiare la narrazione che va tutto bene e così ci stiamo scavando la fossa sotto i piedi, anche in una annata che doveva mantenere prezzi alti. Bene così, dunque.”
Gugliemi, nel corso della riunione FIOQ, ha elaborato una riflessione sul pericolo che corre l’olio evo monovarietale da Coratina che, molto spesso, in fase di analisi registra un contenuto totale degli steroli che non raggiunge il limite minimo stabilito Reg. (Cee) 256891, vale a dire 1000 mg/kg. “Questo è principalmente legato alle caratteristiche genetico-varietali, ma possono incidere anche determinate condizioni ambientali, pratiche agronomiche, annata di produzione ed il grado di maturazione – spiega Guglielmi- abbiamo cercato una sponda nel COI affinchè si attivasse per sensibilizzare le istituzioni per una revisione del quadro normativo attuale, ma abbiamo trovato un muro di gomma, frutto, forse, di un peso politico irrilevante dell’Italia. Lo dico con rammarico, ma penso sia così. Come sempre vediamo all’esterno una narrazione dorata delle cose, quando poi la realtà è un’altra. Il problema degli steroli non è secondario, bensì prioritario per il comparto perché su quell’indice si basano anche i controlli altri-frode per verificare alterazioni di prodotto con oli vegetali”.