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Spreco alimentare: Gruppo Megamark partner del progetto ShareFood

Ridurre gli sprechi alimentari e la produzione di rifiuti da smaltire attraverso un sistema di innovazione tecnologica finalizzato a migliorare la qualità della vita delle persone, ridurre l’impatto ambientale, garantendo anche un importante risparmio per le famiglie e per le imprese.

È questo l’obiettivo di ShareFood, progetto finanziato dal Bando Innolabs della Regione Puglia per il sostegno alla creazione di soluzioni innovative finalizzate a specifici problemi di rilevanza sociale (Por Puglia Fesr-Fse 2014-2020 asse prioritario 1 – ricerca, sviluppo tecnologico, innovazione azione 1.4.b “supporto alla generazione di soluzioni innovative a specifici problemi di rilevanza sociale”).

Attraverso l’uso di una piattaforma digitale, ShareFood mette in relazione i produttori di eccedenze alimentari (privati e imprese) con i possibili utilizzatori; i Comuni che aderiscono alla piattaforma calcolano il quantitativo di eccedenza effettivamente recuperato generando vantaggi in termini di sgravi fiscali per i produttori.

Tra i partner del progetto, partito già nel 2019 e avviato in fase sperimentale, anche il Gruppo Megamark di Trani, realtà leader nella distribuzione moderna con oltre 500 punti vendita nel Mezzogiorno.

Lo studio ha messo in evidenza che sono soprattutto i prodotti definiti “freschi e freschissimi” appartenenti ai reparti gastronomia, macelleria e pescheria, che rimangono spesso invenduti nella giornata e che producono quindi un’eccedenza che rischia di finire nella raccolta dell’organico, o peggio direttamente in discarica, con gravi ricadute sull’ambiente, ma anche di tipo economico-sociale.

Molteplici sono gli attori della filiera dello spreco alimentare: i produttori di eccedenze possono essere divisi in domestici, le famiglie, e non domestici, come ristoranti, bar, ma anche supermercati. Tramite la piattaforma, le eccedenze possono essere messe a disposizione ed evitare che prodotti ancora salubri e commestibili diventino un rifiuto, rappresentando anche un’opportunità per le associazioni del territorio, che possono utilizzare le eccedenze per distribuire cibo alla propria rete di famiglie bisognose. Se poi il prodotto non dovesse essere ceduto, può essere inviato alla filiera dell’alimentazione animale.

La fase sperimentale del progetto, che si concluderà il 31 dicembre 2021, ha visto coinvolte aziende pugliesi appartenenti a diversi settori come la sicurezza alimentare (Nisi & C. Synthesy), analisi di laboratorio (BonassisaLab), progettazione software (Softline Srl), nonché la partecipazione di due dipartimenti di Emergenza e Trapianti di Organi (DETO) e di Scienze del Suolo, della Pianto a e degli Alimenti (DiSSPA) dell’Università degli Studi di Bari, sotto la guida di Consea, ente capofila del progetto e specializzata in consulenza ambientale.

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