Secondo Convegno Nazionale sul Ciliegio

Il tema del Secondo Convegno Nazionale sul Ciliegio tenutosi a Sammichele di Bari è stato:
“Il ciliegeto del futuro tra innovazione e nuovi scenari produttivi”.
Affrontato con un approccio multidisciplinare, sono stati approfonditi gli aspetti agronomici, varietali, economici, normativi e di filiera.
L’obiettivo?
Evidenziare opportunità concrete per rilanciare la cerasicoltura pugliese, promuovendo modelli colturali innovativi, strategie di valorizzazione del prodotto e forme di aggregazione tra produttori.
Francesco Paolicelli (Presidente V Comm. Consiliare Regione Puglia)
Paolicelli ha sottolineato la necessità di una nuova stagione per la cerasicoltura pugliese, supportata da politiche regionali che premino l’aggregazione tra produttori e investimenti in innovazione. La Regione è pronta a sostenere progettualità territoriali strutturate, specialmente se rivolte a:
- innovazione varietale e tecnologica
- creazione di filiere tracciabili
- supporto ai giovani agricoltori e imprenditoria cooperativa
🔹 RELAZIONI TECNICHE:
1. Brunella Morandi (Università di Bologna)
Morandi ha presentato gli impatti del cambiamento climatico (es. gelate tardive e frutti deformi), evidenziando:
- la necessità di impianti ad alta densità
- forme di allevamento innovative (asse colonnare, UFO, bibaum, ecc.)
- ruolo delle coperture multifunzionali per proteggere e modificare il microclima
- sensori per il monitoraggio fisiologico
- attenzione al bilancio foglie/frutti per un equilibrio vegeto-produttivo ottimale
In Puglia si evidenzia la necessità di campi sperimentali per valutare l’adattabilità delle tecniche innovative al contesto pedoclimatico locale.
2. Danilo Slanzi (Bayer)
Slanzi ha illustrato la soluzione insetticida SIVANTO (Flupyradifurone), efficace contro la mosca del ciliegio grazie alla doppia azione per contatto e ingestione. Ha sottolineato l’importanza di strategie integrate per contenere la pressione degli insetti nocivi in contesti sempre più condizionati dal clima.
3. Francesco Colamonico (Graper)
Colamonico ha fornito un’analisi sul nuovo Complemento di Sviluppo Rurale (CSR): benché il 65% della superficie cerasicola italiana sia in Puglia, la produzione effettiva incide solo per il 40%. Serve aggiornare gli impianti, rivedere le cultivar, migliorare la meccanizzazione e puntare a una filiera certificata, per accedere ai fondi europei.
🧩 Interventi della filiera
4. Walter Monari (Direttore “Ciliegia di Vignola IGP”)
Monari ha raccontato l’esperienza del Consorzio della Ciliegia di Vignola IGP, evidenziando come un disciplinare chiaro, una scelta varietale coerente e un marketing mirato abbiano portato a un incremento della quota certificata dal 48% al 70% in pochi anni. Ha sollecitato la Puglia a costruire un’identità territoriale forte, replicando il modello IGP o creando una DOP, puntando su:
- Impianti razionali e portinnesti adeguati alle cultivar
- Standard di qualità più che solo marchio
- Potatura innovativa e pianificazione produttiva
- Investimenti in comunicazione e branding
5. Maurizio Simone (Doctor Farmer)
Simone ha posto l’accento sull’urgenza di fermare il declino delle produzioni, osservando come in diversi Paesi esteri — tra cui Stati Uniti e Romania — siano già consolidate tecnologie e forme di gestione che qui faticano a imporsi. Ha espresso il timore che la resistenza al cambiamento nella cerasicoltura pugliese possa compromettere la sua competitività. Il rilancio passa da:
- aggiornamento degli impianti
- apertura all’innovazione colturale
- adozione di sistemi produttivi più efficienti e specializzati
6. Nicola Giuliano (OP Giuliano) e Giuseppe Coladonato (Agripuglia Fruit SRL)
Giuliano e Coladonato hanno offerto una lettura realistica del mercato: nonostante il fermento sul piano varietale, le cultivar effettivamente richieste restano poche. La cv. Ferrovia continua a dominare la scena commerciale, per ragioni di riconoscibilità, tenuta in post-raccolta e preferenze consolidate del mercato. Hanno inoltre rilevato:
- scarsa integrazione di filiera
- bassa propensione a investire in nuove cultivar
- rischio di saturazione per alcune varietà tradizionali
Pur con apertura all’innovazione, servono strategie condivise tra produttori, commercianti e vivaisti per evitare che l’introduzione di nuove varietà resti marginale.
7. Luca Fortunato e Vito Spinelli (Vivai Fortunato e Spinelli)
I due vivaisti hanno denunciato la limitata diffusione delle nuove cultivar nel tessuto produttivo pugliese: attualmente, il 95% delle piante vendute è destinato all’estero, segno di una resistenza locale al cambiamento. Spinelli, in particolare, ha evidenziato quanto sia urgente “innovare e rinnovare”: senza questa doppia direttrice non sarà possibile garantire un futuro al settore. Le loro proposte includono:
- maggiore dialogo tra vivaisti, tecnici e produttori
- creazione di progetti varietali condivisi
- sviluppo di una strategia vivaistica regionale coerente con i cambiamenti climatici e le richieste di mercato
🔚 CONCLUSIONI E PROSPETTIVE FUTURE
❓ Domande e temi emersi dal dibattito:
- Innovazione frammentata: molte delle soluzioni illustrate sono già applicate in altri paesi o regioni italiane, ma la cerasicoltura pugliese resta poco permeabile, con scarsa assistenza tecnica diffusa.
- Manodopera e raccolta: impianti voluminosi rallentano la raccolta e aumentano i costi. L’alternativa della parete produttiva (come in USA e Romania) richiede però una profonda riconversione culturale e strutturale.
- Breeding locale: tutte le nuove cultivar provengono da contesti esterni. È urgente costruire programmi genetici locali, tra pubblico e privato, per varietà adatte all’areale pugliese.
- Gestione idrica: il cambiamento climatico impone una nuova strategia irrigua, con sensori, deficit irrigation e coperture multifunzionali. Serve più sperimentazione sul campo.
- Alternative al Dormex: c’è interesse verso molecole alternative per rompere la dormienza in modo legale, sicuro e sostenibile.
- Mercato delle cultivar: il vivaismo soffre la bassa domanda interna di innovazione. Serve creare fiducia e formazione sugli effettivi benefici delle nuove varietà.
- Marchio e consorzio: il modello Vignola dimostra che l’identità territoriale funziona, ma richiede consapevolezza, collaborazione e investimenti nel tempo. La Puglia è pronta a consorziarsi?
📌 CONSIDERAZIONI FINALI
Il convegno ha acceso una luce concreta sul potenziale inespresso della cerasicoltura pugliese. I temi emersi indicano chiaramente che per costruire un “ciliegeto del futuro” non basta un’innovazione tecnologica, ma serve un salto culturale, che metta al centro:
- il dialogo tra ricerca e agricoltura
- la formazione degli operatori
- l’integrazione di filiera
- la creazione di un marchio pugliese forte
Il futuro del ciliegio in Puglia passa da tre parole chiave: INNOVAZIONE, CONDIVISIONE, DIFFERENZIAZIONE.
Articolo a cura di Francesco Maldera