Revisione mezzi agricoli, UNCAI al tavolo con Mipaaf e Mims. “Nessuno è pronto per il 30 giugno”
La bagarre sulla proroga delle scadenze per la revisione mezzi agricoli a fine aprile aveva acceso gli animi del settore primario, spaventato dalle possibili ricadute che una mancata decisione da parte delle istituzioni avrebbe potuto comportare. A fronte delle proposte sul campo Uncai, l’Unione Nazionale Contoterzisti Agromeccanici ed Industriali, è tornata di nuovo sulla questione durante un incontro tenutosi con i rappresentanti dei due ministeri di riferimento, quello delle Politiche Agricole (Mipaaf) e dei Trasporti (ora, dopo la svolta green impressa dal Governo Draghi, Mims).
Il Presidente UNCAI Aproniano Tassinari e il Coordinatore Fabrizio Canesi, hanno infatti incontrato in modalità web il Sottosegretario di Stato al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali Sen. Gian Marco Centinaio e il dott. Francesco Lucianò, segretario dell’On. Alessandro Morelli, viceministro alle infrastrutture e alla mobilità sostenibili, ricevendo immediato ascolto e disponibilità a intervenire in tempi brevi proprio per risolvere in modo positivo la problematica della revisione mezzi agricoli, a cui si sono affiancate quella della lunghezza massima dei convogli agricoli e l’indennizzo usura strada per i treni agricoli che superano le 44 tonnellate.
UNCAI punta i riflettori sui nodi da sciogliere per garantire piena operatività alle aziende agricole
“Il limite dei 16,50 metri di lunghezza stabilito dal Codice della strada può essere innalzato a 19, vista la manovrabilità oggi garantita dai carrelli porta attrezzi e dai rimorchi oggi in commercio”, ha detto il coordinatore Uncai Canesi, che ha illustrato anche il tema dell’equiparazione dei convogli agricoli eccezionali oltre le 44 tonnellate ai treni industriali che “impone agli agromeccanici il pagamento di un indennizzo usura strade di 2.600 euro, uno sproposito dal momento che, solo in alcuni periodi dell’anno, percorrono quei pochi chilometri di strade secondarie e poco battute che separano i terreni coltivati dall’azienda agricola”.
Molto delicato è il tema della revisione mezzi agricoli, che formalmente dovrebbe partire il 30 giugno per i trattori immatricolati prima del 1984 ma che vede impreparati un po’ tutti. Il presidente Tassinari si è speso sull’argomento con queste parole: “La revisione è importante, siamo però ancora in attesa di sapere come, dove e quando sarà realizzata e con quali costi. Non basta dire ‘facciamo la revisione’, occorre sia fatta chiarezza in una complessità composta da svariate tipologie di mezzi, dai cingolati ai gommati, dal trattore di 30 cv a quello di 200 cv, che solo per trasportarlo in una officina distante 30 km può costare 500 euro”.
La questione del 30 giugno per la revisione mezzi agricoli
La commissione riunita per definire proprio questi aspetti tecnici sembra aver già espresso un documento che però è sigillato in un cassetto. “La revisione non può certo partire il 30 giugno perché nessuno è pronto, tanto meno le officine che mi auguro saranno mobili. A questo punto occorre ridefinire urgentemente le scadenze con un decreto, spostandole di un paio di anni, e soprattutto analizzare il percorso per arrivare a una revisione che non penalizzi l’utilizzatore.
“Ci sono diversi modi per mettere fuori gioco i trattori più vecchi e insicuri, per esempio non rendendoli più oggetto di scambio nell’acquisto di un altro mezzo e non permettendo loro di circolare per le strade. In questo modo cesserebbero di essere mezzi aziendali e sicurezza e lavoro non sarebbero più in contrapposizione. Lavoriamo per dare un senso compiuto e non meramente programmatico all’espressione ‘lavoro sicuro’”.