Rapporto Banche/Imprese agricole: profondo rosso?
Dopo alcuni anni, nel corso dei quali il ceto bancario ha sensibilmente trascurato il settore agricoltura, si ripresenta oggi, dopo il periodo pandemico, l’essenziale necessità di dare nuova linfa economico-finanziara a tutto il comparto. Ma sappiamo che tutto ciò non è ancora possibile perchè origina da antefatti che hanno portato le Banche ad un maggior irrigidimento nella concessione di nuova liquidità.
Quindi cerchiamo in prima battuta di individuare quali sono stati e sono i principali elementi di criticità che purtroppo hanno frenato e frenano ancora le Banche a suddetto sostegno creditizio.
La verità è che tutto il sistema bancario ha subito infatti una rivoluzione nella sua struttura originaria, in quanto nel corso degli ultimi 15 anni molte banche sono state accorpate o si sono fuse fra loro diventando più grandi a discapito delle banche a vocazione territoriale. Questo processo di accorpamento ha di fatto rafforzato il sistema bancario ma contemporaneamente lo ha inesorabilmente allontanato dal sistema produttivo italiano che, come sappiamo, è costituto per la maggior parte da imprese di piccola e media dimensione. Banche e imprese quindi non hanno trovato un punto di contatto che potesse conciliare le nuove procedure basate sulla determinazione del rating e del rischio finanziario in ottemperanza a quanto stabilito dalla vigente normativa europea ( “Basilea”). D’altro canto va appunto considerato che il nostro tessuto produttivo è altamente caratterizzato da una rilevante frammentazione delle imprese che, specialmente nel settore agricolo, non possono dimostrare appieno la loro solidità economica per ricevere adeguate linee di affidamento bancario.
Pertanto per mia diretta esperienza bancaria nel credito agrario posso affermare che purtroppo le Banche da oltre un decennio non hanno più continuato, come nel passato, nella loro funzione di affiancamento e supporto a favore delle imprese agricole a causa di un non avvenuto passaggio di testimone generazionale del personale particolarmente specializzato nella concessione del credito agrario. A questo va aggiunto la conseguente assenza e mancanza di idonee strutture organizzate e preparate a fronteggiare tutte le necessità aziendali e la mancanza di gestori e funzionari preposti per la consulenza diretta. E’ anche vero però che il problema principale del settore agricolo è rappresentato purtroppo dall’applicazione di un sistema contabile molto ridotto e semplificato che nessuno, istituzionalmente e privatamente, ha cercato di ristrutturare ed attualizzare per consentire alle Banche di poter correttamente valutare il grado di “solvibilità aziendale” e di definirne il grado di “merito creditizio”.
Di conseguenza tutto ciò, a differenza del passato, ha comportato che la cosiddetta “istruttoria della pratica” presentasse nuovi e numerosi elementi di criticità che possono rendere:
– ancora meno snello tutto l’iter procedurale;
— molto più difficoltoso l’accesso al credito;
- certamente più gravosi gli interessi applicati;
- una richiesta di maggiori garanzie.
In definitiva la soluzione a quanto precede ci sarebbe. Occorrerebbe, a mio giudizio, preventivamente colmare le carenze informative necessarie alla Banca redigendo, con specifica competenza professionale in questo settore, un vero e proprio business plan aziendale che contenga:
- la presentazione dell’impresa agricola nella sua interezza strutturale ed organizzativa;
- le coltivazioni esistenti (determinate per superficie coltivata, tipologia e produzione per ha, giornate lavorative, concimi, ecc.ecc.);
- l’elenco dell’apparato tecnico-strumentale esistente in azienda;
- la determinazione della reale produzione lorda vendibile;
- l’individuazione dei potenziali rischi legati alle coltivazioni ed alle avversità atmosferiche con relative coperture assicurative;
- le aspettative di mercato in base a parametri passati e futuri e ricerche di mercato;
- l’eventuale programmazione di internazionalizzazione del prodotto;
- una presentazione patrimoniale e contabile più appropriata e finalizzata alla richiesta del credito;
- l’eventuale esistenza di garanzie reali e/o personali.
Ovviamente il business plan diventerebbe un insostituibile ed unico supporto utile alla Banca che le consentirebbe di interagire direttamente con il Consulente in tutte le fasi procedurali della richiesta di sostegno finanziario pur lasciando inalterata la propria autonomia e discrezionalità nella gestione del rapporto con l’impresa agricola e nella concessione dei finanziamenti utili alla vita aziendale.
Dott. Vincenzo Dell’Aere
Esperto in Credito Agrario
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