Quali scelte dopo il PNRR: l’Italia paga il 30% dei danni d’imprese dovuti a cambiamenti climatici in Europa: penalizzata l’agricoltura ma è a rischio anche la portualità

Presentata l’assemblea ANBI 2024 a Roma il 2 e 3 luglio

Secondo un recente rapporto commissionato al Censis, negli ultimi 40 anni (1980-2022) i cambiamenti climatici hanno provocato danni in Italia per oltre 111 miliardi di euro; circa il 30% dei danni alle imprese, provocati da eventi estremi nell’Unione Europea, è stato pagato dall’Italia, dove un’impresa su quattro si trova in un territorio a rischio frane od alluvioni.

E’ l’agricoltura, il cui 85% delle colture è irriguo, ad essere la più esposta alle conseguenze del cambiamento climatico (20 miliardi di euro in danni, stimati nel periodo 2022-2024 per siccità ed eventi alluvionali), ma  la crisi idrica è una minaccia per la coesione dell’intero Paese, in quanto amplifica i contrasti fra gli accresciuti portatori d’interesse sulla risorsa acqua (ambiente naturale, comunità civili ed economico-produttive, campo energetico, settore agricolo, ecc.), pregiudicando lo sviluppo socio-economico dell’Italia, dove la spesa pubblica per risarcire i danni provocati da alluvioni, frane e siccità è da sempre 10 volte superiore a quella impegnata per la prevenzione.

Sono   queste premesse allo scenario di un Paese, che vede minacciata, ad esempio, l’intera portualità al 2100 per l’innalzamento del mar Mediterraneo, ad aver suggerito il tema (“Quali scelte dopo il PNRR”) dell’Assemblea ANBI, presentata ufficialmente a Roma e che si terrà, nella Capitale, martedì 2 e mercoledì 3 Luglio prossimi; ad illustrare i dati sono stati il meteorologo, Paolo Sottocorona e Fabrizio De Filippis, emerito docente universitario e consulente ISMEA.

“Dalla nostra, annuale Assemblea lanceremo una sfida di prospettiva ad un sistema Paese, che necessita di urgenti interventi di adattamento all’estremizzazione degli eventi atmosferici. Il rischio desertificazione per significative zone del Paese non è più solo un’ipotesi, ma una realtà contro cui intervenire subito” evidenzia Francesco Vincenzi, Presidente dell’ Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI).

A testimoniare l’importanza dell’appuntamento, suddiviso in 8 panel di discussione, è la confermata presenza dei Vicepresidenti del Consiglio, Matteo Salvini ed Antonio Tajani, ma anche del Ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin; con loro ci saranno molti rappresentanti di Governo (in attesa di conferma), Parlamento, Unione Europea, Regioni e Comuni, ma anche il Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, Matteo Maria Zuppi, con Andrea Rinaldo, vincitore dello Stockholm Water Prize (il “Nobel dell’acqua”); Fabrizio Palermo, Amministratore Delegato Acea e Francesca Portincasa, Direttrice Generale Acquedotto Pugliese; Renato Brunetta, Presidente CNEL e Giorgio Piazza, Presidente ENPAIA; i generali Francesco Paolo Figliuolo (Commissario alla ricostruzione post alluvione in Emilia Romagna, Toscana e Marche) e Nazario Palmieri (Carabinieri Tutela Forestale e Parchi Nazionali); i docenti Alfonso Celotto (Università Roma Tre) ed Attilio Toscano (Università Bologna); i Presidenti di Coldiretti, Ettore Prandini e CIA, Cristiano Fini con Nicola Dell’Acqua, Commissario Straordinario alla siccità; Maria Spena, Presidente Comitato One Water ed Andrea Guerrini, Presidente WAREG.

“Chiunque voglia verificare il ruolo riconosciuto ed assunto dai Consorzi di bonifica ed irrigazione in questa, importante quanto delicata fase di passaggio per il Paese, non ha che da venire al Carpegna Palace Hotel nei giorni dell’Assemblea: troverà una rete, valore strategico per l’Italia” conclude Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI.