Ortofrutta Italia: calano le superfici, ma l’export vola

Nonostante l’Italia continui a mantenere un ruolo di primo piano nell’export ortofrutticolo a livello europeo e globale, il settore sta vivendo un periodo di difficoltà interna. Secondo i dati ISTAT le superfici coltivate a ortofrutta hanno registrato negli ultimi cinque anni un crollo significativo. Le coltivazioni di pere hanno visto una diminuzione del 23%, mentre le pesche sono calate dell’11%, le nettarine dell’8% e le albicocche del 7%. Anche kiwi e susine hanno visto ridursi la superficie coltivata, con cali rispettivamente del 6% e del 7%.
A pesare su questa tendenza sono in particolare il cambiamento climatico e le crescenti problematiche fitopatologiche, che mettono sempre più a rischio la stabilità delle colture.
Il fenomeno della desertificazione agricola, unito a un uso intensivo delle terre, ha compromesso la capacità dei terreni di produrre in modo costante e produttivo. Le temperature sempre più elevate, le periodiche siccità e la scarsità di risorse idriche sono fattori che accelerano questo processo, trasformando in aree improduttive vaste porzioni di territorio, specialmente nel Sud Italia.
Eppure, nonostante queste difficoltà interne, il comparto ortofrutticolo italiano dimostra una sorprendente resilienza sul piano economico, grazie soprattutto alle sue esportazioni. Nel 2024, il valore dell’export di prodotti freschi e trasformati ha superato i 10 miliardi di euro, segnando un incremento del 6,12% rispetto all’anno precedente.
Con una quota del 17,3% sull’intero export agroalimentare italiano, l’ortofrutta rappresenta un settore fondamentale per l’economia del Paese. In particolare, l’Italia mantiene la leadership nell’export di kiwi, uva da tavola, conserve di pomodoro e nocciole sgusciate, e si colloca tra i primi tre Paesi esportatori di mele, cocomeri, insalate, cavolfiori e broccoli. Tra i principali mercati di destinazione, la Germania spicca, assorbendo circa un quarto del valore complessivo delle esportazioni.
Inoltre, l’ortofrutta italiana continua a rappresentare una fetta importante della spesa alimentare interna. Nel 2024, la quota di ortofrutta nella spesa alimentare totale è salita al 19,3%, con un lieve aumento rispetto all’anno precedente, confermando la centralità del settore nella dieta degli italiani.
Nonostante i segni di difficoltà, l’industria ortofrutticola non si ferma e punta sulla qualità per affrontare il calo delle superfici coltivate.
Tuttavia, per continuare a garantire l’eccellenza dei prodotti, sarà fondamentale affrontare la sfida della sostenibilità agricola. Si palesa ormai necessario adottare pratiche più responsabili e sostenibili, in grado di contrastare il cambiamento climatico e recuperare le terre incolte. La gestione più efficiente delle risorse idriche, l’innovazione nei metodi di coltivazione e una maggiore attenzione alla biodiversità sono le chiavi per il futuro del settore.
In questo scenario, la combinazione di tecnologie all’avanguardia, pratiche agricole sostenibili e politiche che incentivino l’adozione di queste rappresenta l’unica strada per mantenere e migliorare la competitività internazionale dell’ortofrutta italiano. Il comparto, che continua a riscuotere successo sui mercati esteri, ha bisogno di un sostegno strategico per affrontare la crescente difficoltà delle coltivazioni interne, al fine di garantire un futuro prospero all’intero settore.
Articolo a cura di Antonietta Cea