Olivicoltura come la Frutticoltura: Modernizzare per restare competitivi

La filiera olivicola italiana ha registrato nel 2024 una produzione di circa 224 mila tonnellate di olio d’oliva, segnando una diminuzione del 32% rispetto all’anno precedente. Questo calo è attribuibile principalmente a condizioni climatiche avverse che hanno influenzato negativamente la produttività degli oliveti, soprattutto nelle principali regioni produttrici: Puglia, Calabria e Sicilia.
La produzione di olio d’oliva a livello globale, invece, ha mostrato segnali di ripresa. La Spagna, principale produttore mondiale, ha segnato un incremento produttivo stimato tra 1,3 e 1,4 milioni di tonnellate, dopo due annate caratterizzate da scarse rese dovute a condizioni climatiche sfavorevoli. Anche altri paesi del Mediterraneo, come Tunisia, Grecia e Turchia, hanno evidenziato aumenti significativi nella produzione.
Nonostante la diminuzione della produzione interna, l’Italia mantiene un ruolo rilevante nel commercio internazionale dell’olio d’oliva.
Nel 2023, le esportazioni italiane hanno raggiunto un valore di 2,2 miliardi di euro.
I prezzi dell’olio d’oliva alla Camera di Commercio di Bari sono stabili da settimane, ed in linea con la passata annata agraria.

Per l’extra vergine a 0,4% di acidità il valore all’ingrosso varia tra 8,8 e 9,5 Euro al chilogrammo; leggermente superiori sono le quotazione del ‘biologico’ e degli oli a DOP e a IGT.
Il cambiamento climatico, più che le dinamiche di mercato, sembra rappresentare da alcuni anni la sfida più importante per il settore chiave dell’economia agricola regionale, italiana e globale.
La ricerca sta iniziando a proporre le strategie di contrasto, nelle quali il miglioramento genetico costituisce un percorso vincente.
Le strategie possibili, tuttavia, sono effettivamente praticabili solo se l’olivicoltore professionale in primis, attore cruciale della filiera, conduce l’oliveto moderno secondo i criteri fondanti della frutticoltura, considerando cioè l’olivo come una specie arborea da frutto, al pari delle altre.
Anche l’olivo deve godere delle conoscenze del XXI secolo, non solo l’elaiotecnica!
Salvatore Camposeo
Università degli Studi di Bari Aldo Moro