Nuova Fiera del Levante, il presidente Frulli: agroalimentare al centro delle strategie di sviluppo

Nell’intervista esclusiva concessa a Foglie, annuncia una fiera dedicata ai produttori di olio italiano ed un appuntamento incentrato sulle piccole e medie imprese di ortofrutta, pesce e carne
D- Presidente quest’anno si è tenuto Agrilevante con un’edizione da record. Oltre ai numeri quali sono i feedback giunti dagli operatori e dai portatori di interesse del comparto agricolo?
R – E’ stato un successo per diversi ordini di ragione. Agrilevante nasce da una importante collaborazione con Federunacoma ed è una manifestazione molto sentita dal comparto che tornava dopo lo stop forzato imposto dal Covid. Oltre i numeri, rappresentati nello specifico dagli operatori presenti e dagli ingressi dei visitatori che hanno superato di gran lunga le 100mila persone, è da valorizzare il fermento che questo appuntamento crea. Un interesse che si manifesta nella richiesta di maggiori spazi espositivi per l’edizione 2025, in virtù delle adesioni che gli operatori hanno già manifestato. Questo la dice lunga sull’utilità di un appuntamento fieristico come questo, importantissimo per un territorio che fa dell’agricoltura il fiore all’occhiello della propria economia e che offre un bacino d’utenza impressionante. E’ importante anche perché oggi si deve rafforzare il legame tra mondo agricolo e mondo industriale. Agrilevante è una fiera che ha ed avrà un percorso di crescita costante.
D – Il 2024 vedrà, invece, coinvolta la filiera olivicola con Enoliexpo. Che tipo di attese ci sono per questa manifestazione?
R – Anche in questo caso si tratta di una proficua collaborazione con chi organizza questo format. Siamo al sold-out per il nuovo padiglione. Quest’anno ci saranno spazi dedicati al settore industriale che si rivolge alla filiera olivicola. Ma l’attenzione che la Nuova Fiera del Levante rivolge a questa filiera è grande ed è in linea con l’esigenza del comparto per valorizzare il Made in Italy e le eccellenze olivicole italiane e pugliesi, soprattutto. E’ con orgoglio, quindi, che annuncio per dicembre 2024 un importantissimo appuntamento: la Fiera dei produttori di olio italiano, siamo ancora elaborando il naming, ma la strategia è ben chiara, un evento business to business per creare le condizioni di sviluppo per le nostre aziende attraverso l’apertura anche di nuovi mercati.
D – Come intende sviluppare l’asset “agroalimentare”? Su cosa sta basando le sue strategie di sviluppo?
R – Ciò che le annunciavo poc’anzi dimostra non solo un’attenzione del management verso il comparto agroalimentare ed agroindustriale, ma connota una ben precisa strategia di crescita anche della Nuova Fiera del Levante che oggi ho l’orgoglio di rappresentare. Una fiera come quella sull’olio, ha uno scopo precipuo: quello di valorizzare la centralità dell’agricoltura pugliese nel Mediterraneo che è il vero bacino di utenza cui ci rivolgiamo. L’asset agroalimentare va sviluppato, ma in linea con la visione storica della Fiera del Levante sempre al servizio dei territori come luogo di aggregazione. E’ ciò che stiamo facendo, ad esempio, con la nuova Galleria delle Nazioni che ritrova la matrice di scambio culturale, luogo meticcio che travalica i confini nazionali per un viaggio cross-culturale. Abbiamo coinvolto le ambasciate e i rappresentanti istituzionali di molte nazioni che hanno colto e condiviso questa visione.
D – Lei ha annunciato che il suo obiettivo è quello di arrivare ad una Fiera dell’Agroalimentare entro 2 anni. Quali prospettive ci sono?
R – Visto che siamo a fine anno, le do un altro annuncio: a giugno 2025 intendiamo organizzare in collaborazione con BolognaFiere il MarcaFresh, fiera dell’ortofrutta, del pesce e della carne. Leggendo i vostri editoriali, condivido l’idea di stimolare le imprese verso la strada del branding. Bene, tutte le nostre aziende che hanno un brand, un marchio riconosciuto che veicola una identità, la cultura di un territorio ed un universo di sapori da scoprire deve fare matching con la domanda, ovvero la GdO che ha bisogno delle nostre eccellenze. Abbiamo il know how, sappiamo come si “fa” la qualità e sappiamo creare le condizioni per fare quantità soddisfacendo anche le richieste di mercati importanti. E’, dunque, il momento di creare le condizioni di crescita delle nostre piccole e medie imprese.