Murgia experience: vivere un territorio attraverso una immersione nei saperi e nei sapori

Anche guardare e conoscere il procedimento di preparazione della “pecora alla rizzola” è una experience per un turista che, forse, spiega meglio di un corso di cucina la tradizione che c’è dietro un piatto. Si è svolta durante la BTM (Business Tourism Management) Italia organizzata presso la Fiera del Levante dal 26 al 28 febbraio, la presentazione del progetto “Murgia Experience”: far vivere il territorio al turista da protagonista, con l’obiettivo di far riscoprire l’autenticità e il fascino di itinerari meno noti come l’Alta Murgia, attraverso percorsi esperienziali che permettono ai turisti di vivere il territorio come veri protagonisti, non come semplici spettatori. Esperienze uniche tra saperi e sapori.

Tonia Massaro, vicepresidente provinciale della ConfCommercio Bari-BAT, organizzatrice del convegno, ha animato questo momento di approfondimento alla presenza di rappresentanti delle istituzioni regionali, GAL, Puglia Promozione ed Associazioni culturali. Sono intervenuti Marco Tribuzio, presidente Gal Terra di Murgia, il Francesco Paolicelli, consigliere Regionale e Presidente della 4^ Commissione Sviluppo Economico, Vito Squicciarini, titolare dell’azienda “Bufala Dolcenera” e rappresentante del progetto Murgia Experience. A seguire c’è stata la cooking class “la pecora alla rizzola” piatto tipico dell’Alta Murgia a cura della macelleria “la Bottega del Macellaio” di Tommaso Pinto.

“Il progetto Murgia Experience – afferma Tonia Massaro- l’abbiamo rappresentato nel concreto, con questo toccare con mano per vivere un territorio. Oggi fare il turista non è solo visitare punti di interesse culturale, storico, architettonico e paesaggistico. Quando parliamo di cultura parliamo di un concetto olistico” spiega la Massaro. Non a caso gli operatori della comunicazione parlano di “semiosfera”: la cultura è quell’insieme di significati che permea un luogo, inteso sia fisicamente che simbolicamente: “permettiamo al turista di avere una immersione nella nostra cultura, un contatto esperenziale che interessa tutti i nostri sensi, dalla vista al tatto, dall’olfatto all’udito per finire al gusto. Accompagniamo i nostri ospiti negli orti a raccogliere ortaggi o negli uliveti durante la raccolta. Si cimenta nel fare la pasta fresca o la marmellata. Con questo vissuto il turista si deve sentire a casa, non si deve più sentire un estraneo in una terra che non è sua”.

La “pecora alla rizzola” diventa quindi piatto identitario, cui ancorare una narrazione del territorio. Tonia Massaro spiega: “E’ un piatto della tradizione agreste che veniva preparato durante la tosatura delle pecore; alla fine della giornata di lavoro tutti coloro che lavoravano nella tosatura degustavano questo piatto fatto con ingredienti locali su tutti una pecora di fine corso che non non poteva più allattare, alla quale aggiungere le erbe spontanee della Murgia, vari aromi e ortaggi. Gli ingredienti venivano messi in un coccio di creta e venivano coperti, anticamente con un livello la pelle di pecora poi con della pasta di pane. Il coccio veniva allocato in forno per sei otto ore senza condimenti solo con del sale, del pepe, finocchietto selvatico. È un piatto identitario, inventato diversi secoli fa”.