Mostra Bovina di Noci, successo e prospettive: parla Pierino Laterza, presidente di ARA Puglia

Dal 4 al 6 aprile 2025 si è svolta presso il Foro Boario di Noci la Mostra Bovina interregionale delle razze Bruna e Frisona, un evento che ha visto la partecipazione di allevatori, tecnici, istituzioni e operatori di filiera da tutta Italia. Ne abbiamo parlato con Pierino Laterza, presidente di ARA Puglia.

Presidente, qual è il bilancio della manifestazione?

Il bilancio della fiera è sicuramente positivo perché abbiamo registrato un’affluenza importante sia di espositori per quanto riguarda gli animali — circa 150 capi presenti anche da Lazio, Campania e Basilicata — sia di espositori di mezzi tecnici, mangimifici tra i più importanti d’Italia e aziende che producono le più recenti tecnologie per la mungitura, come i robot e i nuovi sistemi informatizzati per la gestione delle stalle.

Circa diecimila sono stati i visitatori nei tre giorni, a partire dal venerdì, giornata più dedicata alla didattica, e poi con i convegni dei giorni successivi.

Numerosi i workshop e gli incontri tecnici in programma, tra cui uno relativo alla PAC 2023 – 2027, Ecoschema 1, CSR Puglia 2023-27 e misure di interesse zootecnico. Cosa è emerso da questi workshop?

Tra gli appuntamenti più rilevanti ci sono stati due momenti che hanno toccato particolarmente anche i temi centrali del nostro lavoro nel sistema allevatori. Il primo riguarda il neocostituendo Distretto del Suino nero Appulo-Lucano, che ora coinvolgerà anche la Puglia. Parliamo di una razza autoctona dalle caratteristiche straordinarie, particolarmente adatta alla produzione di salumi d’eccellenza come il capocollo di Martina Franca. Il distretto estenderà il proprio raggio d’azione includendo altri comuni oltre Martina Franca, Cisternino e Locorotondo, come Noci, Gioia del Colle ed Alberobello. È una iniziativa significativa perché valorizza una razza tradizionale legata a un prodotto identitario del territorio.

Nel convegno sulla PAC e sugli ecoschemi, è emersa invece la necessità di una zootecnia sempre più sostenibile, attenta all’ambiente e in linea con le richieste comunitarie. Questo modello si rispecchia perfettamente nella zootecnia pugliese, che ha un’impostazione estensiva: le aziende producono internamente buona parte dei foraggi e dei cereali, e gestiscono autonomamente anche i reflui zootecnici. Una zootecnia virtuosa, insomma, che però va accompagnata e supportata in questo processo di transizione. In questo senso, ARA svolge un ruolo centrale nell’assistenza tecnica, nella certificazione del benessere animale (con il sistema Classifarm), nella biosicurezza e nel rispetto delle normative igienico-sanitarie all’interno degli allevamenti.

Una domanda sull’afta epizootica. Con una circolare, Il Ministero della Salute ha innalzato la soglia d’attenzione nel nostro Paese. L’ultimo aggiornamento del 7 Aprile scorso parlava di undici focolai individuati in territorio europeo: un allevamento in Germania, quattro in Ungheria, sei in Slovacchia. Mentre, nell’aggiornamento precedente, i focolai erano sei.  Questo ha portato il Ministero della salute a emettere una nuova circolare con cui sono state ordinate nuove restrizioni. Quali rischi corre il nostro comparto?

La problematica dell’afta fa rabbrividire tutti, anche perché era una malattia che avevamo ormai dimenticato da oltre trent’anni. Sentire che stanno riemergendo focolai in Europa, in continua espansione, genera non solo allarme, ma anche tanta paura. Mi auguro vengano adottate tutte le restrizioni possibili nelle movimentazioni degli animali, perché se malauguratamente dovesse arrivare in Italia, in particolare nelle nostre aree, significherebbe vanificare anni di lavoro, dedizione e sacrifici. Spero davvero che non varchi le Alpi, altrimenti si concretizzerebbe anche qui come un problema molto, molto serio.