Microplastiche anche nell’olio evo: lo dimostra una ricerca scientifica
Si chiama: “Analisi delle microplastiche negli oli commestibili vegetali commerciali provenienti da Italia e Spagna”. E’ il titolo del lavoro scientifico condotto da Elena Battaglini, Pablo Miralles, Nadia Lotti, Michelina Soccio, Maurizio Fiorini, Clara Coscollà . E’ stata condotta, per la prima volta, la valutazione delle microplastiche (MP) negli oli commestibili vegetali commerciali provenienti da Italia e Spagna, tra cui olio extravergine di oliva, olio di oliva, olio di girasole e olio di semi misti.
Il processo di analisi prevedeva cinque fasi per rilevare e caratterizzare le microplastiche. Inizialmente, l’olio veniva diluito con una soluzione di etanolo e n-esano per separare le microplastiche, poi la soluzione veniva omogeneizzata per distribuire uniformemente le particelle.
La fase successiva ha comportato la filtrazione sottovuoto utilizzando filtri di silicio con pori di 5 micron. Questo processo ha permesso di trattenere le microplastiche, mentre l’olio filtrato è passato attraverso. Successivamente, le microplastiche sono state risciacquate con etanolo per eliminare eventuali residui oleosi.
Infine, le microplastiche raccolte sono state analizzate mediante spettroscopia μ-FTIR. Questa tecnica ha consentito di identificare i tipi di plastica presenti e di determinarne le dimensioni e la forma.
Nell’analisi dei campioni di olio è stata riscontrata un’abbondanza media di MPs di 1140 ± 350 MPs/L: è stata trovata una media di 1140 particelle di microplastica per litro, principalmente composte da polietilene (50,3%) e polipropilene (28,7%), comuni negli imballaggi. Non ci sono differenze significative tra i tipi di olio o tra bottiglie di PET e vetro, suggerendo che la contaminazione avviene durante la produzione o l’imbottigliamento, non dipendendo dall’imballaggio. Ulteriori studi sono necessari per individuare le fonti esatte di contaminazione e per sviluppare strategie di mitigazione.