Lotta alla cimice, vespe samurai insediate dopo i lanci nel 30% dei 20 siti trentini. FEM: “Un risultato promettente per questo primo anno”

Il 2020 è stato un anno molto importante nella lotta contro la cimice asiatica, non solo in Trentino, ma in tutte le regioni del Nord Italia. Il programma nazionale di lotta biologica, approvato con decreto del Ministero dell’Ambiente, ha previsto infatti l’immissione in natura della specie Trissolcus japonicus quale Agente di Controllo Biologico del fitofago Halyomorpha halys.
Per la provincia di Trento, l’allevamento e la moltiplicazione durante la primavera e il rilascio dell’antagonista durante l’estate sono stati curati dalla Fondazione Edmund Mach, che ha operato in stretto coordinamento con il CREA Difesa e Certificazione, che ha predisposto lo studio di fattibilità del progetto.
Gli esiti preliminari del monitoraggio e l’integrazione dello studio del rischio sono stati già trasmessi, d’intesa con i Servizi fitosanitari regionali/provinciali coinvolti, al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare entro il 2020 e dalla loro valutazione scaturirà il rinnovo dell’autorizzazione al lancio dell’antagonista per l’anno in corso.
E mentre nel campus di San Michele si procede con l’allevamento della vespina in previsione dei lanci della prossima estate, ora è tempo per il gruppo che lavora al progetto SWAT, finanziato dalla PAT, di elaborare ulteriormente i dati dei monitoraggi post rilascio, che hanno fanno rilevare un buon insediamento della vespa samurai, la cui presenza è stata rilevata dopo i lanci nel 30% dei 20 siti trentini, risultato promettente ed oltre le aspettative per questo primo anno.

 

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