L’ennesima filiera in crisi… Agrumicoltori dell’arco ionico denunciato le criticità

Dopo le proteste di olivicoltori e produttori di uva, tra novembre e dicembre è esplosa la rabbia dei produttori di agrumi nel tarantino. 

Negli areali di produzione della Puglia vocati alla produzione di agrumi si sono avvertite le prime criticità commerciali. Alcuni agrumicoltori dell’arco ionico hanno denunciato prezzi di partenza molto bassi e così che tramite messaggi e campagne social hanno deciso di riunirsi e annunciare la sospensione momentanea della raccolta.

A distanza di un po’ di tempo abbiamo approfondito la questione e a parlaci, attraverso un’intervista, vi è stato l’Agronomo nonché produttore e titolare della rivendita Agri Partner Group, Carlo Montanaro.

È vero che è bastato un solo annuncio di non raccogliere il prodotto che vi hanno sommerso di telefonate di buyer, commercianti ed importatori esteri, preoccupati dalle conseguenze di una serrata? Perché si è arrivati a tanto e cosa avete ottenuto?

La risposta è sì! Nel mese di novembre era stata programmata un’azione di protesta prendendo in considerazione il blocco di una settimana della raccolta. La modalità di diffusione è avvenuta proprio tramite un messaggio inoltrato ad un gruppo sostanzioso di produttori e su diversi canali social.

Subito vi è stata una divisione interna tra i produttori, tra chi aderiva alla manifestazione di protesta e chi no. A dire la loro ci sono stati anche diversi operatori commerciali che hanno remato contro la protesta, in quanto fermarsi per una intera settimana avrebbe compromesso il mercato. Anche la grande distribuzione informata della protesta ha alzato la cornetta del telefono e preoccupata ha cercato di capire qual era la reale situazione.

Il 27 di novembre presso il centro anziani di Massafra, una folla di persone che comprendeva circa 300 agrumicoltori, tutte le sigle delle associazioni di categoria e gli amministratori dei comuni a cui è stata concessa l’Indicazione Geografica Protetta (IGP) per le Clementine si è riunita per firmare un protocollo di intesa da sottoporre alla Regione e poi allo stato centrale e con una serie di richieste tra cui il rispetto della normativa contro le pratiche sleali (Decreto Legislativo 198/2021) per il monitoraggio e controllo, tramite le forze di polizia, di chi assume atteggiamenti fraudolenti. Basta con le speculazioni!

Quali sono le dinamiche a livello macro che impattano sulla differenza di prezzo all’ingrosso ed al dettaglio?

Come ben si sa il nostro prodotto è molto apprezzato sia in Italia che all’estero per le sue caratteristiche organolettiche. Quest’anno inoltre la qualità si è superata ed è una cosa che non ci si aspettava a cause condizioni climatiche critiche estive, tanta siccità che poteva rovinare una intera annata. Invece poi le piogge di novembre hanno trasformato completamente il prodotto che ad oggi si presenta eccezionale sia per pezzatura sia per grado zuccherino. Elementi fondamentali.

Purtroppo le dinamiche del prezzo, tra prezzo al dettaglio e prezzo all’ingrosso, sono ormai un problema in tutta la filiera ortofrutticola. Prezzi che lievitano a dismisura sui banchi dell’ortofrutta e che non vanno ad influenzare positivamente il consumo. Ovviamente io mi riferisco a merce di qualità.

Quali le criticità strutturali della filiera? Come si esce dall’impasse? Ma la promozione da sola basta ad uscire dal circolo vizioso?

Una criticità che si riflette in tutte le filiere, come anche nell’uva da tavola, è sicuramente quella della disinformazione. C’è mancanza di territorialità, mi spiego meglio. Abbiamo un riconoscimento territoriale importante con le clementine Igp del Golfo di Taranto che non è minimamente sfruttato e la colpa in primis è dei produttori stessi. Bisognerebbe investire su campagne pubblicitarie che diano informazioni dal punto di vista nutrizionale e salutistico e spiegare che il prodotto con quelle caratteristiche è soprattutto dipeso dalla localizzazione geografica in cui il prodotto viene coltivato.

Ovviamente una buona promozione però deve partire con tutte le carte in regola, una buona informazione, un prodotto con determinate caratteristiche organolettiche e che rientrano nei gusti del mercato ed infine una giusta organizzazione commerciale. 

Per ora una buona partenza c’è ed è indiscutibilmente il prodotto ora bisogna continuare a strutturarsi per sistemare tutti i tasselli che ad oggi ancora mancano.

A cura della redazione Foglie Tv

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