Le farfalle non solo ballano

Le farfalle sono sempre state ricercate per la vistosità del colore, per la graziosità delle forme e talora anche per le loro dimensioni. Questi caratteri attraggono gli amatori e i collezionisti, e graziosi esemplari tappezzano le teche di numerosi e rinomati Musei della Scienza.
Otre a individui variopinti, con ali provviste di code forgiate a frak, ci sono anche numerose specie che appaiono insignificanti, cupe, apparentemente sgraziate, ad abitudini serali e notturne, e che possono essere associate a situazioni spiacevoli come la presenza di buchi nei tessuti oppure al degrado di pasta, farina e altri alimenti in dispensa, oppure ancora alla presenza di gallerie nei frutti portati in tavola, ai quali fa da contraltare però la raffinatezza della seta prodotta dai bozzoli del baco.
Molto spesso, poi, guardiamo con occhio ammirato il passaggio dal bruco all’adulto rimanendo colpiti dalla capacità di trasformarsi in un modo così completo e radicale.
Eppure, se si riflette bene, le farfalle e i bruchi hanno da sempre acceso l’interesse di molti anche al di là del collezionismo o degli interessi degli entomologi, rappresentando molto bene la biodiversità e la plasticità di questo gruppo di insetti. L’elenco di questi interessi e utilizzazioni sarebbe lunghissimo, ma alcuni esempi possono rendere bene l’idea passando da rappresentazioni molto impattanti ad altre molto più leggere e gradevoli. È il caso del personaggio del fumante Brucaliffo della versione italiana del film Disney Alice in Wonderland (tratto da “Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie” di Lewis Carrol), dove l’interpretazione simbolica più accreditata del bruco pare quella del saggio adulto. Anche il sommo Dante aveva usato il bruco per rappresentare la vita terrena e la farfalla la sua anima (nel canto X del Purgatorio). Impressionante è il modo come il maestro dei frattali, il geniale fine incisore Escher, fu in grado di rappresentare a suo modo il meraviglioso mondo delle farfalle. La locandina del famosissimo film “Il silenzio degli innocenti” è stata sicuramente molto impattante mostrando un adulto di sfinge testa di morto sulla bocca di un volto femminile ed esponendo l’opera di Salvador Dalì e Philippe Halsman nota come “In Voluptas Mors” (il piacere della morte) a caratterizzare il tetro dorso della farfalla.
Molta più leggerezza è legata alle montagne russe formato bambini che nel bruco-mela trova l’espressione per soddisfare le esigenze di gioco dei più piccini. Non da meno sono le utilizzazioni nei loghi come la farfalla stilizzata di Raitre, oppure quella della Microsoft Network e del marchio del Trentino.
Infine, spesso, le farfalle sono usate in detti popolari, aforismi, citazioni o come esempi particolari e il web è decisamente ricco di questi.
Al contrario delle api e nell’immaginario comune, le farfalle non sono così strettamente associate all’impollinazione e questo loro talento viene spesso trascurato soprattutto per le specie meno vistose, crepuscolari e notturne. La graduale, ma importante, riduzione della biodiversità e abbondanza dei lepidotteri rappresenta un evento molto pericoloso per la riproduzione delle piante, soprattutto quelle spontanee, e per la conservazione dei numerosi microecosistemi con le loro tipicità.
Si può non concludere osservando che lo studio dei fenomeni che stanno avvenendo, l’adozione delle più opportune strategie di tutela e salvaguardia della biodiversità e la diffusione di una consapevolezza dell’importanza di tutti gli organismi viventi rappresentano i pochi strumenti per garantire la sostenibilità della Natura e continuare a vedere le farfalle che ballano, come raccontava Pablo Neruda.
Per conoscere gli impollinatori iscriviti alla newsletter.
Intanto non perdere tutti gli aggiornamenti:
Segui la pagina su FACEBOOK https://www.facebook.com/groups/pollinactor
Autore: Rosa Porro Università degli Studi di Bari
Foto di Ilaria Laterza