“L’arte dell’Agricoltura”, guida alla fertilizzazione

“La terra non invecchia né si stanca, se viene concimata”

Lucio Giunio Moderato Columella autore romano di età neroniana, erede della passione per l’agricoltura da un suo zio studioso e geniale, scrive questo “trattato” di agricoltura circa 2.000 anni fa.
John Milton, considerato uno dei letterati britannici più celebri, consigliava il testo del Columella “per ciò che insegna di mestiere e di umanità”.
Ebbene, Columella, sull’argomento concimazione. così continua nel suo volume: “È falso che la terra da poco trasformata da sodaglia in campo coltivato sia più feconda per il fatto che sia quasi più riposata e più giovane: la vera ragione è che in tanti anni è stata ingrassata, dalle fronde e dalle erbe che produceva spontaneamente e secondo la sua particolare natura, e per questo ha più abbondanza di succhi per produrre e per nutrire le messi. Ma è logico che, privata dei suoi antichi alimenti, essa si immiserisca quando le radici delle erbe strappate dai rastrelli e dagli aratri e le boscaglie tagliate dal ferro hanno smesso di nutrire la madre con le loro fronde, e quando le foglie che nell’autunno cadevano, staccandosi dai cespugli e dagli alti alberi, e vi giacevano a lungo, sono state rivoltate durante l’aratura e mescolate agli strati inferiori, meno fertili, del suolo, e perciò sono state rese inutili. Non dunque per stanchezza, come molti credettero, né per vecchiaia, i campi ci rispondono con meno generosità, ma per la nostra inerzia. Si può infatti benissimo raccogliere più frutto, se si cura e si mantiene la terra con frequenti, tempestive e moderate concimazioni”.
Da un’analisi critica del manoscritto del Columella si potrebbero trarre tanti spunti di riflessione, ma uno è particolarmente importante: il ruolo fondamentale della concimazione e l’importanza della sostanza organica.
Oggi abbiamo nozioni nuove di agronomia, fisiologia, biochimica e chimica del suolo; la nutrizione vegetale è diventata ormai una disciplina a sé, con novità continue e sempre più affascinanti. Conosciamo meglio il complesso sistema dei geni delle piante e siamo in grado di migliorare le produzioni agrarie in modo orientato e specifico, con riflessi positivi sull’economia, sull’ecologia e sulla sanità pubblica.
L’informatica ha aperto nuovi orizzonti nella valutazione della variabilità spaziale dei nutrienti negli appezzamenti, mentre la chimica analitica ha dettato le basi scientifiche per la determinazione quantitativa e qualitativa degli elementi minerali nelle piante e nel terreno. L’industria chimica, da parte sua, ha contribuito nella ricerca di formulati sempre più attivi ed ecocompatibili. A tutto ciò, si aggiungono disciplinari e modelli matematici che dovrebbero servire a razionalizzare e ad evitare sprechi, almeno nelle “buone idee” di chi li ha realizzati.
Forse Columella non aveva le nozioni scientifiche, ma nella sua frase: “Si può infatti benissimo raccogliere più frutto, se si cura e si mantiene la terra con frequenti, tempestive e moderate concimazioni”, sono contenute norme tecniche basilari per una moderna fertilizzazione:
1. Concimare previa analisi del terreno e della pianta
2. Conoscere le esigenze delle piante
3. Intervenire con piccole dosi e al momento giusto
A questo punto, anche se non possiamo applicare complicati modelli, se non riusciamo a fare calcoli matematici lunghi e laboriosi, e non riusciamo a “collegarci al satellite o a internet”, possiamo lo stesso concimare e far produrre “egregiamente” tutti quei piccoli e frammentati appezzamenti della nostra bella Italia e possiamo anche rispondere al nostro interlocutore (agricoltore) che, ormai, ahimè, ha “troppi anni per capire cose molto complicate”!

(dalla Presentazione dell’Autore)

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Fonte: Accademia dei Georgofili

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