L’Arabia Saudita entra nel Guinness dei primati con l’oliveto più grande del mondo

L’Arabia punta sull’agricoltura e lo fa con le olive!

Il termine oliva deriva dal greco “κολυμβάω” (nuotare) o dal latino “colymbades”, perchè la preparazione per le olive in salamoia richiedeva molti lavaggi. È un piccolo frutto, ovale, di colore verde, verde-viola, nero-viola e nera. È un frutto ricco e prezioso dal quale si ottiene un preziosissimo olio utilizzato fin dai greci per i suoi svariati usi, combustibile, cosmetico, medicinale, come ingrediente base della cucina e come simbolo principe in molte religioni. Gli alberi di ulivo hanno più di 6mila anni di storia e per gli arabi sono considerati sacri.

“Gli agricoltori dell’Arabia Saudita sono in continua evoluzione e crescita e stanno sostituendo molte colture con l’olivo”, questo è quello che ha dichiarato Bassam bin Faris Al-Aweesh, direttore dell’Olive research center dell’Università di Al-Jouf. L’olivicoltura è una delle strategie in linea con la Vision 2030 del Regno Saudita, che punta al raggiungimento dell’autosufficienza alimentare, all’aumento degli investimenti e delle entrate economiche, alla difesa ambientale e al miglioramento del clima e alla resistenza alla desertificazione.

Ai confini con la Giordania, nella provincia settentrionale di Al-Jouf, nella via antica del commercio si trova l’oliveto più grande del mondo appartenente all’azienda agricola “Al-Jouf  Agricultural Development Company, nata negli anni ‘90 e che le 2018 è rientrata nel Guinness dei primati grazie agli oltre 5 milioni di olivi piantati su un’area di 7.335 ettari con una resa di circa 4 mila tonnellate di olio di oliva prodotto all’anno. Tra le varietà piantate spiccano le spagnole (Picual, Arbequina e Arbosana) e la greca (Koreneiki).

Con 1200 dipendenti è considerata una delle più grandi aziende pioniere nella coltivazione, in particolare per quanto riguarda la produzione intensiva e l’uso di tecniche moderne sostenibili come l’irrigazione a goccia, per una difesa dell’ambiente.

Questa regione ha dedicato molto spazio alla coltivazione degli ulivi con circa 18 milioni di alberi che hanno una resa di olio pari a 11mila tonnellate, in quanto ha una sufficiente disponibilità di risorse idriche.

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