L’agroalimentare è sempre più rosa, ma anche l’innovazione è femminile

l Premio, istituito dall’Associazione Nazionale Le Donne dell’Ortofrutta, è nato dalla volontà di far emergere idee e novità nel settore ortofrutticolo proposte da donne e votate dalle socie dell’Associazione.

Il Premio è dedicato alla memoria di Danila Bragantini, l’imprenditrice veronese scomparsa nel 2014, grande pioniera del comparto ortofrutticolo italiano. 

Cerchiamo di comprendere meglio l’idea attraverso un intervista fatta ad Elisa Deluca dell’azienda San Lorenzo di Pachino

  • Da dove nasce l’idea del progetto Scartami?

Grazie all’intraprendenza di quattro donne, io, Elisa Deluca dell’azienda San Lorenzo di Pachino, Roberta Tardera dell’OP Ioppì di Vittoria e Nuccia Alboni dell’azienda Ortonatura di Vittoria con il sostegno scientifico della professoressa Anna Catania del Dipartimento di architettura e ingegneria dell’Università degli studi di Palermo, nasce il progetto “SCARTAMI”

L’idea nasce come sfida, ovvero quella di trasformare in una risorsa utile una parte degli scarti di produzione agricola del nostro territorio. Insieme alla professoressa Anna Catania dell’Università di Palermo siamo riuscite a trasformare in packaging gli scarti della coltivazione di pomodori e melanzane. Un risultato che è solo il primo passo del progetto che insieme vogliamo fare arrivare fin nelle case dei consumatori per dare loro il meglio della nostra produzione in modo sostenibile. Questo per noi è creare cultura d’impresa!

  • Il nome del progetto porta con sé il concetto di “rifiuto” ma in realtà qual è la chiave di lettura più giusta?

SCARTAMI è una call to action che richiama l’attenzione sul ruolo attivo che il consumatore può e deve avere nell’utilizzo dei prodotti agroalimentari, in termini di informazione, corretto utilizzo e smaltimento.

Il nome rivela con una punta di provocazione, l’origine naturale e biodegradabile del materiale, che da materia di scarto è diventata risorsa per l’intera filiera e valorizza il concetto di “scarto”, allargando le sue potenzialità espressive a ciò che è tradizionalmente ritenuto uno scarto, ed invita anche a un consumo consapevole delle risorse vegetali, ponendosi sulla scia degli obiettivi ESG dell’ONU;

  • Riciclare e/o Recuperare ormai fanno parte di un nuovo stile di vita sempre più rivolto al green. Oggi è diventato fondamentale anche per il settore agroalimentare. Da cosa è composto il vostro innovativo packaging?

Il materiale biocomposito utilizzato per l’innovativo packaging nasce dal riutilizzo degli scarti vegetali (fusto e foglie) delle piante estirpate a fine vita del pomodoro e della melanzana il cui smaltimento, da sempre oneroso si trasforma con il nostro progetto in una risorsa. 

Due in particolare gli obiettivi diretti raggiunti attraverso questa innovazione: 

  • La riduzione dell’utilizzo della plastica e 
  • Il riciclo di materiale che fino ad oggi è stato considerato come uno scarto agricolo destinato spesso all’abbruciatura.

L’innovazione di SCARTAMI è legata alla sostenibilità del processo, che offre un ciclo virtuoso: il nuovo packaging dopo l’uso, infatti, non diventa un rifiuto, ma è pronto per essere riutilizzato e diventare compost alla fine della sua vita utile.

  • Quanto è stato importante creare delle sinergie con l’Università degli Studi di Palermo? 

Crediamo che sia significativo che questa idea nasca da quattro sensibilità femminili ognuno differente e che si ritrova all’interno del progetto; ogni tappa della creazione di SCARTAMI, infatti, esprime una qualità che spesso le donne mettono in campo nel lavoro.

L’amore per la nostra terra e la sensibilità verso le tematiche ambientali ci hanno portato quindi a prendere in carico un’esigenza territoriale.

Con un pizzico di creatività abbiamo trasformato quest’esigenza in un prodotto utile all’interno della filiera agroalimentare.

Il nostro pragmatismo ci ha aiutato a trovare dei risultati concreti nelle pratiche degli scarti vegetali. 

Non è stato facile rendere fattibili le nostre idea, poiché non sempre si è dotati di bacchette magiche o di una fata madrina che concretizza i nostri sogni e quindi dopo aver preso consapevolezza dei vari problemi da affrontare abbiamo messo a sistema alcuni dati per farne un’analisi specifica. 

Dopo la “consapevolezza” e la “pragmaticità” abbiamo messo in campo la nostra capacità innata di “costruire relazioni di valore”. Assemblando il tutto siamo riuscite a dare vita a qualcosa di concreto. Grazie al contatto con la prof. Anna Catania dell’Università di Palermo e grazie alla ricerca abbiamo costruito il profilo tecnico di SCARTAMI, un biopolimero che raggiunge un duplice obiettivo: un prodotto di output (lo scarto) diventa input per un altro, creando un’economia circolare e contribuendo al rafforzamento della filiera agroalimentare

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