Svolta storica nella valorizzazione della qualità dell’olio extravergine d’oliva e nella tutela dei consumatori di tutto il mondo contro le frodi e le contraffazioni. Dal 1º ottobre, infatti, il primo Paese produttore del mondo, la Spagna, come succede in Italia da tanti anni, adotterà il registro telematico per tracciare gli oli vietando le miscele di oli d’oliva di diversa categoria merceologica o con altri oli

La Spagna copia all’Italia il registro di tracciabiltà telematica dell’olio

Norme più stringenti sui trasporti, Unaprol chiede a Sottosegretario Battistoni di estendere anche nel nostro Paese queste regole

Svolta storica nella valorizzazione della qualità dell’olio extravergine d’oliva e nella tutela dei consumatori di tutto il mondo contro le frodi e le contraffazioni.
Dal 1º ottobre, infatti, il primo Paese produttore del mondo, la Spagna, come succede in Italia da tanti anni, adotterà il registro telematico per tracciare gli oli vietando le miscele di oli d’oliva di diversa categoria merceologica o con altri oli.
A differenza di quanto accade nel nostro Paese, addirittura, sono ancora più stringenti le norme spagnole in materia di trasporti, con la comunicazione della tipologia di olio in movimento che dovrà avvenire entro 24 ore (in Italia il limite di questa comunicazione è di 5 giorni).
Per questo motivo, Unaprol ha scritto al Sottosegretario Battistoni chiedendo di estendere queste regole sui trasporti anche al nostro Paese.
“È una rivoluzione importante che mette in fuorigioco gli operatori disonesti che si muovono su scala mondiale – spiega il Presidente di Unaprol, David Granieri -. Trasparenza e tracciabilità sono fondamentali per garantire i produttori e i consumatori”.
“Ora è il momento di andare oltre, di estendere norme e prescrizioni che salvaguardino la sicurezza, la qualità e l’immagine dell’olio a livello europeo ed internazionale – continua Granieri -. Pensiamo in particolare all’obbligo del registro telematico, introdotto e perfezionato dall’Italia ed ora adottato dalla Spagna: è assolutamente necessario che venga reso cogente quanto prima anche dalla norme europee e da quelle mondiali del COI”.
“In un mercato globale non possiamo tollerare infatti che esistano livelli di controllo difformi, che finiscono per penalizzare paradossalmente i Paesi più virtuosi – conclude il Presidente di Unaprol -. Stesso approccio dovrebbe valere per le norme che riguardano più da vicino la percezione del consumatore, come l’obbligo del tappo antirabbocco o il divieto di ripasso che tutelano e salvaguardano sia chi consuma, sia chi produce”.

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