La primavera ha il sapore delle fragole

Dagli adulti ai bambini, mangiata da sola o per la preparazione di diversi dolci, la fragola piace proprio a tutti, e in tutti i modi.
La Fragola appartiene alla Famiglia delle Rosaceae, sottofamiglia Rosoideae, genere Fragaria; comunemente viene catalogata insieme a lampone, mirtillo, ribes e altri, come piccolo frutto ma in realtà la fragola è un falso frutto. Nasce, cioè, dall’ingrossamento dell’infiorescenza ovvero del ricettacolo che diventa carnoso e la sua superficie presenta i frutti propriamente detti, i semini di colore giallo-bruno detti acheni.

Originaria delle Alpi, dove cresceva allo stato selvatico, la fragola ha origini molto antiche. Fragaria vesca o fragrans, come veniva chiamata dai Romani, si è diffusa soprattutto per il suo intenso profumo.
Le zone di coltivazione principali oggi sono le zone alpine europee e dell’America del nord e del sud. Nel tempo questo delicato e prezioso frutto si è diffuso in tutto il mondo, grazie anche alla possibilità di coltivarlo in serre dalla quale ne deriva una disponibilità nella Grande Distribuzione Organizzata (GDO), ovvero sugli scaffali degli iper- e supermercati, che va oltre la sua stagionalità.

Generalmente le fragole sono reperibili nel periodo primaverile, da aprile a giugno e le prime a comparire sono le cosiddette fragoline di bosco, più piccole e consistenti e con un sapore più intenso. Nonostante ciò, non ci sono differenze nutritive fra fragoline di bosco e fragole di campo.
Facente parte del gruppo dei frutti rossi, la fragola è ricca di antiossidanti, tra cui flavonoidi, polifenoli, carotenoidi, antociani e la Vitamina C in quantità notevoli ovvero quasi 59 mg per 100g di prodotto. Non solo, contiene fibre, sali minerali quali potassio, calcio e fosforo, magnesio, cloro, zolfo, iodio e bromo, e tracce di vitamine del gruppo B e di vitamina A.

Questo falso frutto dal sapore inconfondibile è un vero toccasana per il nostro organismo: mantiene alte le difese immunitarie, protegge dal rischio di sviluppare malattie cardiovascolari e oncologiche, ha un effetto antinfiammatorio e antiossidante, ha un’azione drenante e depurativa. Infine, essendo composte per il 92% di acqua, sono perfette per mantenerci idratati e avendo poche calorie sono consigliate nelle diete ipocaloriche.

La coltivazione della fragola
La coltivazione della fragola

La coltivazione della fragola richiede molta attenzione. Tra le esigenze colturali c’è sicuramente la temperatura fresca, infatti non ama un clima eccessivamente caldo e umido, ma resiste abbastanza bene a temperature prossime allo zero. È bene sottolineare però che non tollera gelate tardive o freddi improvvisi che provocherebbero danni ai nuovi fiori e frutti.
Il terreno ideale per la produzione delle fragole deve avere le seguenti caratteristiche: deve essere ben drenato e abbastanza sciolto, ricco di sostanza organica e con un pH di circa 5-6.
Un altro aspetto importante a cui far fronte è l’irrigazione in quanto la fragola richiede parecchia acqua soprattutto in periodi caldi e se il terreno non è di per sé umido.

A seconda del periodo e delle condizioni di luce necessaria per fare differenziare i fiori, e per la stagione in cui avviene ciò, la fragola si classifica in due varietà distinte: unifere o brevidiurne (o non rifiorenti), in cui la maturazione dei frutti si ha in primavera nell’arco di circa quattro settimane; e bifere o longidiurne (o rifiorenti), non diffuse a livello industriale ma prodotte a livello familiare perché lente nella riproduzione. Entrambe queste due varietà necessitano di un periodo di luce ben preciso, circa 12 ore la prima e 14 ore la seconda. Inoltre, c’è una terza varietà: la day neutral (o foto indifferente) la quale ha la caratteristica di differenziare gemme a fiore con qualsiasi condizione di luminosità.

Inoltre, vengono classificate a seconda della precocità di maturazione. Tra le più diffuse per la vendita dei frutti sono “Annabelle” di forma allungata, “Pocahontas” di forma rotonda e “Red Gauntlet”, tra quelle a media precocità; “Gorella” a forma di cuore, “Cesena” e “Cambridge Rival” sono cultivar precoci, e tra le tardive si annoverano “Roxana”, di colore intenso e con un’abbondante produzione, “Cambridge Late Pine”, “Domanail”, “Bogota” e altre.

La fragola può essere soggetta ad alcune fisiopatie come carenza di azoto, di ferro o il fenomeno del colpo di sole, ma anche ad attacchi da parte di insetti e alcune patologie causate da diversi agenti fungini. Le più diffuse sono Antracnosi, Oidio e Botrite.

L’Antracnosi può essere causata da diversi funghi. Questa malattia si manifesta con lesioni piccole, circolari, nere ed infossate sugli steli dei fiori, su stoloni, piccioli e foglie, che possono causare un collasso dei tessuti. Quando però l’infezione avviene poco tempo dopo l’impollinazione, si ottiene un frutto piccolo, deforme e duro.
L’Oidio o mal bianco, il cui agente patogeno è un fungo Ascomicete provoca la formazione di una muffa biancastra polverosa, con conseguente aborto o formazione di frutti malformati. Le condizioni ideali per lo sviluppo del fungo sono 20 °C circa e 80-100% di umidità relativa.

Botrite o Muffa grigia
Botrite o Muffa grigia

Per quanto riguarda la Botrite o Muffa grigia, è causata dalla Botrytis cinerea, favorito da una temperatura di circa 15-20°C e umidità relativa maggiore del 90% per più di 28 ore. Questo fungo, che può infettare sia in campo che dopo la raccolta, può penetrare tramite i fiori, i frutti o tramite ferite, oppure può contaminare la pianta della fragola tramite contatto.
Altre patologie possono essere l’Alternariosi, il marciume radicale, il marciume del colletto e la Verticillosi.
Tutte queste malattie possono chiaramente essere evitate o limitate ponendo attenzione alle fasi di coltivazione, e in particolar modo in ambiente protetto è bene areare le serre ed evitare che si creino ristagni idrici.

TIZIANA LUCIANO
Dott.ssa in Scienze e Tecnologie Alimentari
Specializzanda in Scienze della Nutrizione Umana

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